Il "piano trivelle" del governo Meloni per estrarre metano e idrocarburi dal sottosuolo italiano... La neopremier ne ha parlato durante il suo discorso alla Camera. All'assenza del gas russo, la Meloni intende sopperire attraverso un aumento della produzione nazionale di gas, perché "i nostri mari sono ricchi di giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno".
Ma è davvero così? Le stime più ottimistiche provenienti dall'ormai ex ministero della Transizione Ecologica indica che nel sottosuolo italiano ci sarebbero 350 miliardi di metri cubi di gas naturale tra riserve già confermate e quelle potenziali. La quantità basterebbe a garantire l'attuale consumo di gas per appena 5 anni. Le stime sono presenti nel Pitesai, il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee del ministero.
Il Pitesai ovviamente prevede un "piano trivelle". Il gas è compreso in ampie zone della Pianura Padana e dell'Adriatico (esclusa l'area settentrionale. Qui c'è il fenomeno geologico della subsidenza che ha portato a prevedere vincoli più stringenti).Giacimenti anche nello Jonio e nel mare a ovest della Sicilia. Qui, in alcuni casi gli iter autorizzativi si sono arenati. In altri casi i giacimenti non sono sfruttati a pieno.
Il governo Meloni potrebbe ora allargare le aree di estrazioni comprendendo anche zone dell'Adriatico in cui le estrazioni sono ferme. Il Corriere della Sera pubblica una cartina con i dati del ministero aggiornati ad aprile 2022. In grigio le aree non idonee, in verde quelle idonee.