di STEFANO GHIONNI
Quella di lunedì sarà la giornata durante la quale saranno scelti i sottosegretari del nuovo governo. Dalle nomine e dai nomi, si evince ancora una volta una cosa: degli italiani all'estero, all'interno dello Stivale, non interessa niente a nessuno. Certo, almeno ora c'è un vero faro alla Farnesina, il ministro Tajani, che è tantissima roba se si pensa che fino a pochi giorni fa il suo posto era occupato dal desaparecidos Luigi Di Maio, più impegnato a escogitare modalità per non scomparire dai palazzi del potere piuttosto che concentrarsi esclusivamente sui tanti problemi di chi vive al di fuori del BelPaese.
Ma di certo, alla fine della fiera, scopriamo che non ci sono sottosegretariati che avranno chissà quale influenza per i milioni di connazionali che vivono all'estero. Niente, la nostra è una comunità che non interessa per niente, tranne quando ci sono da chiedere i voti, a volte, anzi spesso, anche in maniera illegale. Sulla moralità di Tajani ci mettiamo le mani suo fuoco: è un politico tutto d'un pezzo, ma di certo dovrà pagare uno scotto non da poco per essere il numero due di un partito, Forza Italia, in grossa crisi, se è vero che anche il terzo polo sembra averlo superato nel gradimento degli italiani.
Gli italiani all'estero, che sono più di milioni, vivono davvero in tutto il mondo e meritano di essere rispettati. Come? Essendo diretti da Roma, dal governo centrale e non da tanti e inutili partiti o comitati locali che pensano solo ed esclusivamente al potentato locale, operando quasi nell'anonimato e prendendosi un ruolo di autorità non dovuto. Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nei suoi discorsi alla Camera e al Senato, ha davvero sfiorato l'argomento degli italiani all'estero. Ma perché questa mancanza di attenzione verso di noi? Cosa abbiamo fatto di male per essere solo una zavorra per Roma? Eppure i problemi che ci affligono sono tanti e una politica estera vacua non fa che portare danni o a far perdere la dignità all'Italia stessa, basta pensare per esempio al caso Regeni dove il nostro governo non ne è uscito per niente bene. Visto che ci troviamo, sul fronte delle nomine i criteri di distribuzione delle circa 40 poltrone da assegnare prevedono il 50% a Fratelli d'Italia, il resto diviso tra FI e Lega con qualche promozione anche per i centristi rimasti a bocca asciutta nella partita dei ministri.
Negli ambienti della maggioranza circolano i nomi di Giulio Terzi di Sant'Agata come viceministro degli Esteri, Marcello Gemmato alla Salute, Wanda Ferro al Viminale, oltre a Edmondo Cirielli. Forza Italia alla fine dovrebbe ottenere sei sottosegretari, incluso quello all'Editoria, Alberto Barachini, e due viceministri: Francesco Paolo Sisto alla Giustizia, dove un'altra poltrona è prevista per Andrea Delmastro (FdI) e Valentino Valentini al Mise o, in alternativa, Paolo Barelli all'Interno, dove la lega spinge per Nicola Molteni. Va verso la definizione anche il Mef, con Maurizio Leo (FdI) viceministro e tre sottosegretari, Maurizio Casasco (FI), Alessandro Colucci (Noi moderati) e il leghista Massimo Bitonci, che prenderebbe il posto del collega di partito Federico Freni, per cui si profila un ruolo da viceministro, probabilmente al Mise. Quella casella, però, è appunto contesa da FI. Fra i sottosegretari alla Difesa dovrebbe trovare spazio l'azzurro Matteo Perego di Cremnago. Ai Rapporti con il Parlamento avranno un sottosegretario a testa FI e Lega. Alle Infrastrutture sembra fatta per Edoardo Rixi (Lega), che potrebbe essere affiancato da Giuseppe Mangialavori (FI).
La Lega, scottata da non aver avuto il ministro dell'Agricoltura, vuole presidiare il dicastero con uno fra Marzio Liuni, Mario Lolini e Lorenzo Viviani, e fra i sottosegretari dovrebbe esserci Luca De Carlo (FdI). Per l'Istruzione si parla di Rossano Sasso (Lega) e Valentina Aprea (FI), mentre l'ex leghista Massimo Garavaglia può ambire alla presidenza della commissione Industria del Senato. E per noi? Nella maggioranza di governo c'é soltanto Roberto Menia - il capo del Dipartimento degli italiani nel mondo - il "delfino"di Tremaglia che ci conosce bene... Vedremo cosa decideranno....