Berlusconi torna ad esprimere il suo pensiero sulle tensioni russo-ucraine. Pensiero che, solo pochi giorni fa, ha creato un incidente diplomatico in cui tutta la maggioranza è stata coinvolta. "Si può arrivare a una trattativa di pace nel conflitto ucraino?" è stato chiesto al Cav. "Forse: solo se a un certo punto l'Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se, invece, l'Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra. In questo caso Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa" ha detto intervistato da Vespa per il suo ultimo libro, il leader di Fi. "In questa situazione - ha spiegato Berlusconi - noi non possiamo che essere con l'Occidente nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l'Ucraina".
Sullo stop alle armi, preferendo l'invio di massicci aiuti economici per la ricostruzione, Vespa ha obiettato che Putin dovrebbe almeno lasciare le due regioni (Kherson e Zaporizhzhia) occupate e annesse dopo le altre due del Donbass (Donetsk e Luhansk). Berlusconi è sembrato d'accordo, ha pensato però che non si dovrebbe discutere l'appartenenza alla Federazione Russa della Crimea e fare un nuovo referendum nel Donbass con il controllo dell'Occidente. Il Cav è convinto che Putin sia 'un uomo di pace', confessa a Vespa che ha provato a chiamarlo due volte senza esito all'inizio della guerra e dopo non ha più insistito.
Il Cav ha anche spiegato a Vespa che sulle venti bottiglie di vodka e di lambrusco scherzava. Berlusconi ha ricordato che dopo aver raccontato ai suoi deputati delle lettere di auguri, uno di loro gli ha chiesto: ''E vi siete fatti anche dei regali?'' E lui sorridendo ha risposto divertito: ''Si certo, venti bottiglie di vodka e venti di lambrusco''. Ma tutti , ha detto, avevano capito che scherzava. Alla domanda di Vespa se si senta più vicino all'America o alla Russia, Berlusconi ha ricordato che una delle cinque standing ovation riservategli dal Congresso degli Stati Uniti il 19 giugno 2011 fu quando raccontò del giuramento di fedeltà agli USA chiestogli dal padre quando dopo la maturità classica lo portò a visitare il cimitero militare americano di Anzio.