Grazie alla collaborazione con l'Italia nasce a Faida, nel Governatorato di Dohuk, nel Kurdistan iracheno, il primo Parco Archeologico dell'Iraq. Lo hanno inaugurato nei giorni scorsi l'ambasciatore d'Italia a Baghdad, Maurizio Greganti, accompagnato dal console a Erbil Michele Camerota, insieme al ministro curdo del Turismo e Municipalità, Sasan Awmi, alla presenza del governatore di Dohuk, Ali Tatar, del direttore delle Antichità Bekas, del rettore dell'Università di Udine Pinton e del direttore della missione PARTEN dell'Università di Udine, Daniele Morandi Bonacossi, vincitore del premio "Khaled Al-Asaad 2020" proprio per la scoperta degli eccezionali rilievi rupestri assiri di Faida. Il Parco Archeologico è stato realizzato anche grazie a al finanziamento dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e contribuirà sia alla preservazione del patrimonio storico del Paese che allo sviluppo del turismo culturale.
"Si tratta del primo intervento di valorizzazione del patrimonio archeologico in forma di "museo all'aperto" in tutto l'Iraq", ha ricordato l'ambasciatore Greganti, "e un'ulteriore riprova del ruolo cruciale della nostra cooperazione archeologica: sono almeno venti le missioni archeologiche italiane sparse su tutto il territorio iracheno, e di queste 18 beneficiano del sostegno del MAECI. Ma i nostri archeologi non si distinguono solo per la numerosità della loro presenza: è la qualità delle loro attività a essere determinante. La formazione degli archeologi locali, l'enfasi sulla preservazione dei siti, il trasferimento di tecniche e lezioni apprese li rendono risorse irripetibili per le comunità locali". Faida rappresenta la prima fase di un progetto più ampio da realizzare entro il 2025 e destinato ad inglobare il sistema di canali e di acquedotti costruito dal re Sennacherib nell'VIII sec. a.C. per l'irrigazione della piana di Ninive e l'approvvigionamento idrico della capitale dell'impero assiro (all'epoca la più grande città del mondo antico). Al termine della cerimonia l'ambasciatore ha potuto visitare il sito di Faida e le limitrofe rovine di Khinnis e Jerwan, dove il team di Udine sta conducendo scavi destinati a rientrare nel medesimo progetto.