di Federico L.I. Federico*
Nei giorni scorsi il giornale Gente e Territorio è riuscito a precedere soltanto per un pelo il sindaco di Pompei Lo Sapio, quando, – riferendoci allo "Street Art Festival" e alle "Giornate Europee del Patrimonio" – scrivevamo: La città nuova, peraltro, si va arricchendo di punti di interesse anche grazie al “Pompei Street Festival” che quest’anno è arrivato appena alla Seconda Edizione, ma ha già raggiunto una notevole notorietà nel segmento degli “Street Festival”. Tra i tanti “murales”, anche di ottimo livello grafico, che ormai si intravedono dappertutto in città, segnaliamo per ora un’opera dell’argentino Bagnasco che ha rappresentato un “Maradona orante”, la “mano de D10s” colto in una sua tipica espressione, per il quale è facile prevedere un successo speciale”.
Appena un paio di giorni dopo, forse anche meno, con apprezzabile decisionismo, da noi sempre auspicato, lo stesso sindaco Lo Sapio annunciava che il tratto di strada dove era stato realizzato il grande (e bello) murale – da noi definito il “Maradona orante” – era stato “ribattezzato” Via Diego Armando Maradona. Il Sindaco a caldo rilasciava anche una breve ma significativa dichiarazione, giustificativa della decisione assunta con tempestività e urgenza:” Ho inteso accogliere la volontà dei cittadini che hanno già ‘battezzato’ la strada, interessata dal murale, in via ‘Diego Armando Maradona’. Il calciatore argentino dal cuore napoletano, poi, aveva un forte legame con la nostra città: era devoto alla Madonna di Pompei e caritatevole con gli orfanelli accolti nei centri educativi del Santuario”.
La strada, breve ma centralissima, costeggia il latto meridionale del fabbricato monumentale, di impronta tardorazionalista, dell’edificio scolastico del primo circolo “Luigi Leone”, un Direttore Didattico attivo anche come giornalista e politico nel secondo dopoguerra. Il Sindaco Lo Sapio ha voluto così rendere omaggio al Pibe de oro, per molti il più grande calciatore di tutti i tempi, che visse nel Napoli le proprie stagioni di grande artista del pallone, il quale ha chiuso drammaticamente la propria vita terrena di uomo tormentato esattamente due anni fa, nel novembre del 2020.
La Città di Napoli gli ha dedicato il proprio Stadio, che precedentemente si chiamava Stadio S. Paolo, in ricordo dell’Apostolo delle Genti, sbarcato sul molo puteolano nell’anno 61 d.C., proveniente da Alessandria d’Egitto per condurre a Cristo le genti della Campania Felix e, da qui, buona parte dei pagani greci e romani a Roma, dove fu decapitato, pochi anni dopo, nel 67 d.C. La intitolazione dello stadio a Maradona, al posto di S. Paolo, non fu accolta quindi con unanime consenso dai Napoletani; invece, salvo qualche sporadico intervento “contro” sui Social, la dedica della strada pompeiana al “pibe” ha trovato un po’ tutti d’accordo. Vediamo insieme perché…
Intanto Antonio Careca, il grande centravanti del Napoli di Maradona, è giunto dal Brasile per inginocchiarsi ai piedi del grande murale del suo ex compagno di squadra. Careca, in visita privata, era accompagnato da amici e tifosi d’antan, ma ha voluto rendere il primo pubblico omaggio a Diego, in ricordo di tante battaglie calcistiche vinte a suon di gol.
Poi, va dato atto a Lo Sapio di avere motivato la propria decisione deliberante con una serie di argomenti che hanno visto in prima persona Maradona attivo a Pompei per esercitare carità verso i ragazzi bisognosi. Il Sindaco ha infatti diffuso un comunicato stampa che illustrava come il calciatore argentino fosse devoto alla Madonna di Pompei e caritatevole verso gli orfani ospiti delle opere pie del Santuario di Pompei, che visitava in incognito.
D’altra parte lo stesso giornale “Avvenire”, in occasione della morte di Maradona ricordò la partita di beneficenza allo stadio S. Paolo, voluta e dedicata a 120 bambini degli Orfanotrofi pompeiani da Diego in persona, che in altre occasioni regalò la propria maglietta di calciatore, dopo averla arricchita della propria firma apposta sotto il “mitico” numero “10”.
E, infine, l’altrettanto “mitico” massaggiatore del Napoli, Salvatore Carmando, ha raccontato delle visite natalizie di Diego agli orfanelli di Pompei, sempre rigorosamente private, per quanto fosse possibile per un personaggio così famoso e straripante.
Tutti qui, alla fine, i dati a favore della decisione del Sindaco? Ma no! C’è di più… Dedichiamo dunque al lettore questa nostra chiusa finale dell’articolo.
La breve strada che ha assunto il nome di “Via Diego Armando Maradona” precedentemente recava l’ignorato e trascurato nome di “Traversa Vittorio Emanuele III”. Sì, proprio lui, il “re sciaboletta” responsabile, tra l’altro, di tante sciagure riversatesi con la guerra sul suolo italiano e autore di una ignominiosa fuga davanti alle proprie responsabilità di Re d’Italia. Una fuga che significò per molti Italiani la morte della Patria e che portò la stessa Dinastia dei Savoia a una fine ingloriosa.
A tutto ciò chi scrive questo articolo aggiunge una propria riflessione che sottopone direttamente al Sindaco.
Questo suo decisionismo revisionista – comunque benvenuto – venga rivolto anche ad altre strade, stradine e traverse. Esse, nella fase istitutiva del Comune di Pompei – svoltasi tra gli anni Venti e Trenta del Novecento – furono “espropriate” dei loro nomi originari, spesso toponimi identificativi dei luoghi. E poi furono intitolate a vari altri membri della Dinastia dei Savoia, la quale rimane comunque la maggiore responsabile davanti alla Storia della fine del Regno di Napoli, il più antico Regno d’Europa.
Forse questa considerazione ha generato il pressoché unanime consenso alla iniziativa per la memoria di Diego Armando Maradona, l’ultimo vero re della Napoli contemporanea.
*pubblichiamo su gentile richiesta dell'autore