Il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco: "Cento anni fa, nella Valle dei Re, la scoperta che cambiò lo studio della civiltà egizia"
"Vedo cose meravigliose! Fu questa la risposta che esattamente un secolo fa diede Howard Carter al finanziatore della spedizione Lord Carnavon, dopo aver scoperto in Egitto la tomba di Tutankhamon scoprì il primo gradino della scala che conduceva alla tomba di Tutankhamon". A ricordarlo è il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, intervistato dalla AdnKronos a cento anni di distanza da quel 4 novembre del 1922 in cui scoprì il primo gradino della tomba ipogea, cui seguì la scoperta del suo tesoro, compresa la famosa maschera d'oro del giovane faraone.
Greco - che il 20 novembre al 'Bookcity' di Milano presenterà il libro 'Tutankhamon la scoperta del giovane faraone' edito da De Agostini e ne sta preparando un secondo per Panini, destinati al pubblico dei più giovani e a quello più adulto - osserva che "la tomba era in effetti piena di oggetti, riposti negli spazi angusti per accompagnare il giovane faraone nell'aldilà. Dall'attenta analisi dello stato del corridoio esterno e dell'anticamera, Carter comprese subito però che non si era preservata intatta. La conferma finale giunse dallo studio del cosiddetto tesoro, dove praticamente non era rimasta una cassetta che non avesse avuto i sigilli rotti e fosse stata depredata. Si può dire che all'interno della tomba solo le cappelle dorate, la mummia reale e i canopi si trovavano ancora nella posizione in cui furono lasciati al momento della cerimonia funebre".
Carter concluse che la maggior parte degli oggetti a partire dai gioielli di più gran pregio era stata trafugata... "Quanto rimaneva, comunque, era di un valore incredibile. Ci vollero dieci anni, incluse le interruzioni dovute a motivi politici, per svuotare la tomba, raccogliere, pulire, restaurare e documentare gli oggetti. I preparativi per la sepoltura del faraone Tutankhamon erano stati affrettati. Gli oggetti erano stati accatastati in una tomba di dimensioni ridotte che non era stata pensata per il culto regale ma che era stata riadattata per l'occasione", spiega.
"I lavori nella tomba continuarono per parecchi giorni dopo il funerale. A protezione dei vari involucri in cui era contenuta la mummia, ovvero tre sarcofagi antropomorfi inseriti l'uno sull'altro e un sarcofago rettangolare esterno in quarzite, vennero erette quattro cappelle in legno dorato. Fu costruita poi una parete divisoria che separava la camera sepolcrale dall'anticamera e al centro venne lasciata un'apertura per permettere il passaggio agli operai e ai sacerdoti che andavano depositando gli ultimi oggetti del corredo. Quando il loro compito fu ultimato, la porta venne sigillata e l'ingresso della tomba fu sepolto".
I primi saccheggiatori entrarono nella tomba di Tutankhamon già ai tempi del suo successore Ay. "Coloro che profanarono il sepolcro del faraone probabilmente conoscevano gli ambienti e non è da escludere che provenissero dalle fila degli operai che vi avevano lavorato. Furono sorpresi dai guardiani della necropoli prima che fossero in grado di raggiungere la camera sepolcrale. Il corredo venne sistemato dagli ufficiali preposti, l'ingresso della tomba nuovamente sigillato ed il corridoio che precedeva la porta fu riempito di materiale di risulta per fungere da deterrente".
Ricorda ancora il direttore del Museo Egizio di Torino: "Quando nell'Ottocento iniziò l'esplorazione sistematica delle tombe nella Valle dei Re, quasi tutte erano state spogliate dei loro corredi originali. Ecco perché la tomba di Tutankhamon costituisce una fonte importantissima per comprendere non solo come una tomba regale venisse preparata, ma anche la dinamica dei saccheggi avvenuti prima dei furti su larga scala: rispetto ai danni subiti da altre sepolture, possiamo dire che quelli sofferti dalla tomba di Tutankhamon furono minori anche se comunque significativi".
In ogni caso, sottolinea il direttore Christian Greco, "la misura più efficace per assicurare che nessun intruso cercasse di entrare nella tomba fu raggiunta in modo inavvertito. Le capanne degli operai e il materiale di costruzione della tomba fatta costruire per sé qualche decennio più tardi da Ramses VI fu accumulato sopra la porta di accesso della tomba di Tutankhamon. In questo modo si perse memoria della localizzazione del sepolcro, che superò indenne i saccheggi su larga scala avvenuti alla fine della XX dinastia e, dimenticato da tutti, sopravvisse fino al momento in cui Howard Carter lo riportò alla luce, un secolo fa".