Il Movimento Cinque Stelle ha raggiunto il Partito democratico: sono entrambi al 16,3%. La conferma arriva dall'ultimo sondaggio Swg, realizzato per conto del Tg la7, che fotografa sempre Fratelli d'Italia l'inarrestabile primo partito, che sta sfruttando al massimo il momento di grande popolarità di Giorgia Meloni. Anche Swg quindi registra un importante cambiamento degli equilibri all'interno dell'opposizione alla nuova maggioranza di centrodestra, dopo Euromedia che aveva restituito una settimana fa un quadro ancora peggiore per il Pd. In base a quella rilevazione di Alessandra Ghisleri per Porta a Porta, infatti il Movimento scavalcava il Pd al 17,0% nella gerarchia dei partiti posizionandosi al secondo posto con il 17,3%. Un sorpasso, o una parità, come emerge da Swg, che non si vedeva dal 2019. La cifra del 16,3% è il risultato del calo del 0,7% del primo e di quello del 0,1% del secondo.
Meno stupore per l'ulteriore aumento di Fratelli d'Italia, che cresce del 0,8% e raggiunge il 29,1%. Parte di questo consenso viene proprio da un'altra formazione di centrodestra che è invece in crisi, la Lega, che per Swg perde sette decimali e finisce al 7,9%, superata da Azione/Italia Viva, che recupera uno 0,2% e arriva all'8,6%. Carlo Calenda ormai sembrerebbe poter ambire a guidare il fronte dei moderati, anche se non mancano le voci di dissidi con l'alleato Matteo Renzi. Segue Forza Italia, che recupera uno 0,3% dai minimi della scorsa settimana, ma che con il 6,5% è ancora indietro rispetto al risultato del 25 settembre. Nel centrosinistra è stabile, al 4,1%, Sinistra Italiana/Verdi, mentre +Europa perde un decimale calando al 3%. Sotto lo sbarramento, invece, Italexit, al 2,5%, e Unione Popolare, in aumento di due decimali all'1,4%. Salgono del 0,2% anche le liste minori, che sono al 4,3%.
Dal punto di vista del gradimento il governo Meloni inoltre parte meglio di quello precedente guidato da Mario Draghi. Non tanto sulla figura del premier ma sulla composizione dei ministri è del 35% la percentuale dei soddisfatti, contro il 29% del febbraio 2021, agli esordi del governo Draghi. Gli insoddisfatti sono il 50%, meno del 56% di allora.