Gente d'Italia

Non c’è pace nel beach volley italiano, ma per il momento le colpe sono solo degli atleti

Federica Frasca

di ROBERTO ZANNI
Qualche tempo fa si parlava di enormi dissidi tra la FIPAV, la Federazione Italiana Pallavolo e la AIBVC, Associazione Italiana Beach Volley. Poi c'era stato un avvicinamento, la distensione nel tentativo di trovare una strada comune da intraprendere. Colloqui che però, a quanto pare, non sono ancora approdati a quella comunità d'intenti a cui si voleva arrivare. Andando a sfogliare tra i comunicati al riguardo l'ultimo aggiornamento sembra essere quello del 18 agosto con una nota dove si legge che "ASI (Associazioni Sportive Sociali Italiane) con l'obiettivo di continuare a promuovere la pratica sportiva legata al Beach Volley in Italia, conferma la propria volontà di proseguire il dialogo attualmente in corso con la FIPAV e con tutti quegli Organismi Sportivi che vogliano contribuire ad un proficuo e propositivo programma di sviluppo e promozione della disciplina che sta avendo un notevole risalto mediatico e di partecipazione grazie a un percorso virtuoso di crescita. L'obiettivo era e rimane la definizione di una convenzione nazionale attraverso un tavolo di lavoro condiviso, che sviluppi progetti e idee nel rispetto dell'identità di tutti gli organismi coinvolti rappresentando un valore aggiunto per i tesserati della Federazione e del nostro Ente, offrendo nuove opportunità e non limitandone l'azione o lo svolgimento delle consuete attività. Il settore Beach Volley di ASI e AIBVC, come suo partner tecnico, sono in attesa di ricevere ulteriori informazioni da parte della FIPAV per poter continuare al meglio, con i presupposti fino a qui dimostrati da ambo le parti". Sono giunte a destinazione queste "ulteriori informazioni"? A quanto sembra ancora no, ma nel frattempo c'è un altro aspetto, molto importante, che riguarda gli atleti. Infatti in uno degli incontri avvenuti tra le due parti si era arrivati a un accordo grazie al quale i tesserati FIPAV che avevano partecipato ai tornei con montepremi AIBVC non sarebbero stati oggetto di sanzioni disciplinari. Un primo passo avanti, tra l'altro molto importante, per arrivare all'accordo definitivo. Ma alle parole pare non siano seguiti i fatti. Infatti a una delle atlete in questione, Federica Frasca, è giunta la comunicazione che il prossimo 23 novembre dovrà essere giudicata dal Tribunale Federale FIPAV.
È stata deferita come tesserata FIPAV che nel 2022 ha partecipato anche a tornei AIBVC non autorizzati dalla Federazione e non importa se c'era stato in precedenza quell'accordo verbale e che gli stessi dirigenti AIBVC avessero rassicurato Federica sulle trattative in corso. Giustificazioni che non sono state prese in considerazione dal Procuratore Generale avv. Giorgio Guarnaschelli e dal Sostituto avv. Andrea Gentile. Con Federica Frasca sono circa una ventina i giocatori di beach volley che hanno preso parte ai tornei 'incriminati', anche se, a quanto pare non tutti sarebbero stati deferiti al Tribunale FIPAV. Se quest'ultimo aspetto dovesse essere confermato, l'ingiustizia nei confronti di Federica e di chi come lei dovrà difendersi dalle accuse, assumerebbe dimensioni ancora più grandi. Ma già solo il fatto di aver preso parte a un torneo, d'accordo non autorizzato, ma con le assicurazioni che abbiamo elencato, rappresenta una scusante di peso oltretutto poi se, ancora oggi, si sta cercando di arrivare a una pace tra il volley, rappresentato da FIPAV e il beach volley che porta il nome di AIBCV, associazione creata da ex giocatori e allenatori, legalmente riconosciuta che riunisce e rappresenta le principali società di beach volley d'Italia. E se la diatriba, chiamiamola così, tra le due entità non è ancora sfociata nella 'pace', trasformare gli atleti in vittime della giustizia sportiva non sembra davvero il modo migliore per raggiungere un definitivo accordo.
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