di Enrico Pirondini
Pd, cinque mesi per il Congresso Pd. Una mossa per stoppare Bonaccini, così suona. Nel frattempo il governo Meloni avrà fatto e disfatto a suo piacere quel che gli garba.
Ma tant'è. E questo è un primo punto. Vediamo gli altri nel bel mezzo del ponte novembrino.
1. PD SPACCATO DIMENTICA LE REGIONALI DEL LAZIO - Il povero (si fa per dire) Zingaretti è rimasto sul ponte invocando la quadra al trio Letta-Conte-Calenda, suoi supporter in Regione. Finora inutilmente. Venerdì 28 ottobre, dopo una seduta di auto-flagellazione collettiva, la montagna ha partorito il topolino: il 12 marzo 2023 sarà eletto il successore di Letta.
Forse. Perché c'è chi vuole addirittura scavallare quella data e chi vuole tempi più brevi per chiudere al più presto la partita. Insomma è stato firmato un documento che vale poco. E il 5 febbraio (data probabile per le urne regionali, al più tardi il 12) è vicino mentre l'auspicato "campo largo" è sempre più lontano. Niente da fare. Urne (quasi) dimenticate a favore del Congresso che verrà. Quando verrà. Il fiume della destra è pronto ad esondare nel Lazio. Certi assist non si possono sbagliare.
2. FRANCESCHINI TACE, GATTA CI COVA - Conosco Dario Franceschini dai nostri anni ferraresi. Se tace a lungo significa che sta curando un piano. Segnale d'allarme per i supporter di Bonaccini. Franceschini, pare, sia per un rinvio allineato ai maggiorenti interni. Il suo (insolito ) silenzio inquieta. Non è da lui. Lo sanno tutti.
L'ex ministro della Cultura ha una tale smania di visibilità che se va ad un matrimonio vorrebbe essere la sposa e se va ad un funerale vorrebbe essere il morto. E tace anche il senatore Bruno Astorre da Frascati – franceschiniano in purezza – che pure aveva preannunciato un suo intervento in Direzione. Valentina Cuppi (che presiedeva la riunione) lo conferma. Perché all'ultimo momento Astorre ha rinunciato? Temeva di tradire le mosse "in pectore" di Franceschini? Dunque è vero: gatta ci cova. Ma cosa c'è sotto? Dov'è il trucco?
3. TUTTI CONTRO BONACCINI - I maggiorenti dem, quelli della sinistra interna, faticano tuttavia a trovare un oppositore degno della impresa. Solo candidati minori come Ricci e De Micheli. Francamente poca roba (con tutto il rispetto). E poi, in pratica , tutti gli iscritti al Pd ma pure gli altri "partiti fratelli " – (Art.1 di Bersani-Speranza -D'Alema-Scotto; DemoS di Paolo Ciani; il PSI che fu di Turati-Nenni-Craxi) – potranno votare.
Facile immaginare che sia un modo come un altro per cammellare truppe specie contro il pragmatico Bonaccini. Dulcis in fundo: si è rifatta viva Rosy Bindy con una metafora bersaniana. Eccola: "Il Pd è come il cane messo a guardia di un campo d'aglio. Il cane non lo mangia, ma nemmeno lo fa raccogliere". E ha invocato "una sinistra plurale e di governo, con idee chiare su lavoro, pace e donne più coraggiose ". Campa cavallo.