di Riccardo Galli
Putin ha riserve quante ne vuole di uomini da gettare nella battaglia sui fronti ucraini. Ma la sua Armata non ha le armi migliori, difetta in qualità tecnologica dei sistemi d'arma. Quindi i russi in Ucraina possono solo bombardare, spianare. Avanzare, conquistare non è alla portata del corpo di spedizione russo. Simmetricamente Zelensky ha le armi migliori, quelle occidentali. Ma non dispone degli uomini, di una quantità di combattenti tale da poter ipotizzare una riconquista ucraina, su vasta scala se non totale, dei territori perduti e presi dai russi. I due eserciti non appaiono in grado di consumarsi reciprocamente se non in una guerra d'attrito. Guerra d'attrito che però entrambi possono sostenere ancora per mesi. Mesi però, non anni.
Russia, verso 2023 nerissimo - Nel 2023 la Russia perderà gran parte degli introiti da vendita del gas e petrolio. Non venderà più gas all'Occidente e il gasdotto per la Cina non sarà pronto prima del 2026 (e comunque in Cina solo un terzo del gas che Mosca vendeva all'Europa). Un milione circa di cittadini russi hanno mollato la Russia, in gran parte tecnici, specializzati, giovani. In ogni comparto produttivo la Russia è costretta ad una autarchia tecnologica che diventerà stasi e regresso. La Russia nel 2023 avrà necessità di almeno sospendere la guerra.
Ucraina, 2023 anno di esaurimento - Nel 2023 l'Ucraina sarà dissanguata in uomini e donne combattenti, oltre che smembrata nelle infrastrutture. E nel 2023 l'Ucraina rischia una qualche stanchezza occidentale nel sostenerla: i trumpiani con in mano parte del Congresso Usa dopo il voto di mid term, i pacifisti italiani alla Conte/Landini...Kiev nel 2023 avrà necessità di almeno sospendere la guerra.
Separare gli eserciti - Allo stallo dei combattimenti vi sarà tra qualche mese la possibilità di separare gli eserciti. Su una frontiera di fatto stabilita dalle armi. Una frontiera dove gli ucraini saranno avanzati un po' rispetto ad oggi. Un po' ma non certo fino ai confini di fatto del 2014, tanto meno fino alla Crimea. Su questa linea sarà possibile separare gli eserciti. Non la pace, la non guerra.
A condizione che...- Che sia consentito agli ucraini che non vogliono restare sotto i russi di emigrare liberamente ad ovest. Altrimenti per Kiev sarebbe impossibile abbandonare la sua gente. A condizione che si formi ed operi una forma armata di interposizione. Sotto mandato Onu truppe di interposizione con contingenti cinesi, indiani, europei, turchi. E imprese cinesi e turche impegnate nella ricostruzione dell'Ucraina, a garanzia che Mosca non bombardi i cantieri. Non pace ma non guerra: l'occasione migliore che potrà essere colta tra qualche mese.