di Matteo Forciniti
Sono i protagonisti stessi a raccontare le storie di emigrazione raccolte all'interno dei libri: è questo lo spirito innovativo della biblioteca umana da poco sbarcata in Uruguay che ha visto, un'iniziativa organizzata da Efasce, l'Ente Friulano dell'Uruguay, presso il Castillo del Parque Rodó a Montevideo, la prima biblioteca per bambini dell'America Latina.
12 diverse storie di emigrazione -alcune delle quali contenute all'interno del libro "Dalla Piçiule Patrie alla Banda Oriental", un lavoro pubblicato da Efasce nel 2014- sono uscite per un pomeriggio dalle pagine scritte per essere condivise con i partecipanti all'interno di un dialogo ravvicinato e spontaneo sviluppatosi all'interno delle 6 sale della biblioteca. Oltre alle storie friulane, a essere protagoniste sono state anche altre famiglie provenienti da Calabria, Campania, Veneto e Toscana proprio per sottolineare il carattere italiano e unitario di una tematica che riguarda tutti.
"Da tempo volevamo fare qualcosa per cercare di dare maggiore diffusione alle nostre storie di emigrazione che avevamo raccolto tempo fa" ha raccontato la presidente di Efasce Claudia Girardo in apertura. "A partire dalla mostra dello scorso anno al Museo de las Migraciones si sono aggiunte altre storie che meritavano di essere diffuse. Per questo abbiamo pensato di fare una biblioteca umana, proprio per dare più spazio a queste preziose testimonianze. Abbiamo pensato che il Parque Rodó potesse essere un'ottima occasione per avere maggiore visibilità, uscire per un attimo dai canali tradizionali della collettività e avvicinarci così a un pubblico più vasto".
"Il concetto di biblioteca umana" -ha spiegato Xosé De Enriquez, coordinatore del Castillo del Parque Rodó- "è nato in Danimarca agli inizi del duemila (e poi si è diffuso in tutto il mondo) per offrire uno spazio ai migranti e dargli la possibilità di raccontarsi contro i pregiudizi e le discriminazioni. Quando l'Ente Friulano ci ha fatto questa proposta ci è sembrato subito molto interessante poiché si trova in piena sintonia con i nostri obiettivi rappresentando per noi una duplice sfida. Oltre ad accompagnare l'idea di Efasce sentiamo il dovere di farla crescere". "Abbiamo notato" -ha proseguito De Enriquez- "un grande interesse da parte del pubblico che ha molto apprezzato l'originalità dell'iniziativa. Questo concetto di biblioteca umana è ancora poco conosciuto in Uruguay, sicuramente noi lo riproporremo in futuro e se la collettività italiana vorrà partecipare sarà benvenuta".
Sono state davvero tante le famiglie coinvolte in questo progetto che hanno voluto condividere con i visitatori le storie di emigrazione caratterizzate da nostalgia, sacrificio e sofferenza ma anche da tanto ottimismo e momenti di grande vitalità. In maggioranza, ovviamente, le famiglie arrivate in Uruguay dal Friuli Venezia Giulia: Iachin, Stinat, Todone, Mion, Furlan, Zanin, Girardo Cristante. E poi ancora tante altre provenienti da ogni angolo dello stivale: De Pascua Fiore, Granata, Cantieri Lippi, Di Matteo, Reolon Doglioni.
Il pomeriggio si è concluso con l'esibizione del coro Voci e pensieri di Efasce che ha interpretato diversi brani musicali dedicati alla tematica.