di Linda Varlese
Dua Lipa non si esibirà alla cerimonia di apertura della Coppa del Mondo Fifa in Qatar. La star internazionale ha specificato, dal suo profilo Instagram, che "non vede l'ora di visitare il Paese, quando quest'ultimo avrà adempiuto a tutti gli impegni presi in materia di diritti umani". Anche Rod Stewart ha rivelato di aver rifiutato l'ingaggio. Il diniego dei due cantanti va ad infoltire le fila di quanti si sono schierati contro la decisione di disputare la competizione mondiale di calcio in un Paese sotto accusa per il mancato rispetto dei diritti della comunità Lgbtqia+, delle donne, della libertà di associazione e manifestazione, di espressione e di stampa, dei lavoratori, solo per citarne alcuni.
Da più parti, infatti, sono arrivati segni di protesta e di insofferenza nei confronti del Paese arabo e inviti, da parte di personalità del mondo dello sport, della televisione e di tifosi, a boicottare il mondiale, nonostante l'invito del presidente Fifa, Gianni Infantino, alle 32 nazionali che si sfideranno nel torneo, a "pensare al calcio, senza impartire lezioni morali al resto del mondo".
Sedici giocatori della nazionale australiana e la stessa Federazione australiana di calcio, in un video corredato da un comunicato, hanno denunciato le "sofferenze" dei lavoratori coinvolti nell'organizzazione dell'atteso evento calcistico internazionale, chiedendo al Qatar "maggiore tolleranza nei confronti delle relazioni omosessuali, attualmente illegali". "In quanto sport più multiculturale, diversificato e inclusivo del nostro Paese, crediamo che tutti dovrebbero sentirsi al sicuro e liberi di essere se stessi" ha insistito Football Australia. Non solo. La Danimarca giocherà con una maglia priva del nome dello sponsor tecnico, che non vuole prestare la propria immagine al torneo, e con un terza maglia completamente nera in segno di lutto. In Germania ha preso le mosse un movimento "Boycott Qatar 2022" cha ha coinvolto molti stadi tedeschi: durante l'ultima partita della Bundesliga, prima della pausa invernale prolungata di due mesi del campionato, i tifosi del Friburgo hanno esposto un enorme striscione con le parole "Boicotta il Qatar".
Stessa cosa è successo allo stadio dell'Herta Berlino e del Mainz. Tifosi spagnoli e francesi hanno aderito al movimento, chiedendo alle autorità delle rispettive città di oscurare le partite. I capitani di diverse nazioni europee, tra cui Inghilterra, Francia e Germania, indosseranno bracciali arcobaleno e il messaggio "One Love" come parte della campagna LGBT contro la discriminazione. A queste accuse lo sceicco ha risposto scrollando le spalle, liquidando le polemiche come strumentali: "Ci è apparso presto chiaro che la persistenza di questa campagna, che ha raggiunto livelli di implacabilità, sta portando molti a metterne in discussione, purtroppo, le vere ragioni". Per il ministro del Lavoro, intervistato dall'Afp all'inizio di novembre, infatti, queste motivazioni sono in parte "razziste". "Non vogliono permettere a un piccolo Paese, un Paese arabo, un Paese musulmano, di organizzare la Coppa del Mondo".
I motivi della richiesta di boicottaggio del Mondiale: i lavoratori morti durante la costruzione degli stadi - Una protesta globale, quella che riprende vigore a 5 giorni dall'inizio delle competizioni, iniziata già all'indomani dell'assegnazione del mondiale al Qatar, avvenuta oramai 12 anni fa, accolta con stupore dall'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ("E' una decisione sbagliata", disse) e dal governo tedesco ("Possiamo qualificare come parzialmente sorprendente la scelta che ha fatto la Fifa", esclamò il portavoce Steffen Seibert). Allora sembrò incredibile, infatti, che un Paese privo delle strutture per ospitare una competizione così importante, potesse essere preferito agli Usa, appunto. Piovvero accuse di corruzione e spionaggio, si parò di un sistema di tangenti in cambio di un voto per l'assegnazione: in particolare l'accusa fu formalizzata nei confronti dell'ex presidente della federazione brasiliana Ricardo Teixeira e l'ex presidente paraguaiano della Conmebol (Confederazione sudamericana) Nicolas Leoz: entrambi avrebbero ricevuto denaro per appoggiare la candidatura del Qatar. Ma queste inchieste non servirono per fermare la macchina di Qatar 2022. Così il Paese cominciò a pensare di dotarsi degli otto stadi previsti per i Mondiali e delle strutture ricettive destinate ad accogliere l'arrivo di oltre un milione di tifosi.
E proprio su questo punto si concentrano le polemiche in tema di diritti umani. La maggior parte, infatti, riguarda la sorte dei lavoratori stranieri arrivati in massa per realizzare tutte le infrastrutture necessarie per ospitare il maxi evento sportivo, in tutto sette stadi, un nuovo aeroporto, nuove strade e una rete ferroviaria ad hoc. Originari per lo più da Bangladesh, Nepal e India, hanno ricevuto salari miseri e lavorato in condizioni di estrema precarietà. In una inchiesta del 2021, il Guardian ha parlato di 6.500 morti: un dato che corrisponderebbe, però, a tutti i decessi registrati nella popolazione proveniente dall'Asia meridionale tra il 2010 e il 2020, per tutte le cause messe insieme.
Ufficialmente, ci sono stati tre morti durante la costruzione degli stadi della Coppa del Mondo. Un rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), che ha un ufficio a Doha, ha concluso che 50 lavoratori sono morti in incidenti sul lavoro nel 2020 e altri 500 sono rimasti gravemente feriti. Tuttavia, l'ILO ha rilevato carenze nel sistema di indagine e registrazione dei decessi e indica che il loro numero potrebbe essere più elevato. Human Rights Watch e Amnesty International hanno chiesto a Qatar e Fifa di creare un fondo di indennizzo per i lavoratori vittime dei cantieri dei Mondiali, dotato di 440 milioni di dollari, l'equivalente dei contributi sportivi promessi alle 32 selezioni allineate.
Il mancato riconoscimento dei diritti della comunità Lgbtqia+ e delle donne - Secondo quanto riporta un rapporto di Amnesty International, in tema di diritti omosessuali, l'articolo 296.3 del codice penale del Qatar criminalizza vari atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso e prevede il carcere, ad esempio, per chi "guidi, induca o tenti un maschio, in qualsiasi modo, a compiere atti di sodomia o di depravazione". L'articolo 296.4 criminalizza chiunque "induca o tenti un uomo o una donna, in qualsiasi modo, a compiere atti contrari alla morale o illegali". Nell'ottobre 2022 le organizzazioni per i diritti umani hanno segnalato casi in cui le forze di sicurezza hanno arrestato persone Lgbtqia+ in luoghi pubblici, solo sulla base della loro espressione di genere, controllando i contenuti dei loro telefoni. Le transgender arrestate sono obbligate a seguire terapie per la conversione come condizione per la loro scarcerazione. Le donne, inoltre, continuano a subire discriminazioni per legge o nella prassi. Il sistema del tutore maschile (di solito il marito, il padre, un fratello, un nonno o uno zio) prevede che le donne debbano chiedere il permesso per sposarsi, studiare all'estero, lavorare nell'amministrazione pubblica, viaggiare all'estero se hanno meno di 25 anni e accedere ai servizi di salute riproduttiva. Il diritto di famiglia rende molto complicato il divorzio che, nei pochi casi in cui viene ottenuto, produce ulteriori discriminazioni di natura economica. Le donne non sono protette adeguatamente dalla violenza domestica e sessuale.
In ultimo, sarebbero molte le voci che criticano il piccolo emirato sull'impatto ambientale del mondiale. Secondo un rapporto pubblicato dalla Fifa nel giugno 2021, a causa dei Mondiali saranno emesse più di 3,6 milioni di tonnellate di CO2, rispetto ai 2,1 milioni di tonnellate della precedente edizione russa del 2018. Ma questa valutazione è incompleta, giudica la ONG Carbon Market Watch, che stima che l'impronta di carbonio della costruzione degli stadi potrebbe essere stata sottovalutata: bisognerebbe contare 1,6 milioni di tonnellate di CO2 e non 0,2 milioni. Da parte degli organizzatori, si sostiene che la vicinanza degli otto stadi, entro un raggio di 75 km, ridurrà il traffico aereo a favore della metropolitana e degli autobus elettrici. Ma voci evocano il rischio di un aumento delle emissioni dovuto alle numerose navette aeree destinate al trasporto dei tifosi dei Paesi vicini per limitare la pressione sull'offerta alberghiera in Qatar. L'aria condizionata degli stadi, spesso additata come simbolo di spreco energetico e ambientale, non pesa molto in bilancio. Ma per il primo ministro francese Élisabeth Borne, questo climatizzatore a cielo aperto "non è un buon segnale" in termini di sobrietà energetica.