di Stefano Casini

Esiste, da anni nel nostro paese una forte spinta migratoria verso l'iItalia che, proprio in questi ultimi giorni trova una drammatica conferma nel braccio di ferro tra Italia e Francia per via dell'invasione di migranti provenienti da paesi in conflitto, rifugiati e lo sbarco di migliaia di persone sulle nostre coste, un gravissimo problema che, da ormai decenni, divide la penisola politicamente e contro tutto e tutti. 

L'Italia è una specie di aspiratrice degli immigranti, non è una novità e, mentre la Presidente del Consiglio continua ad accusare l'UE per non ricevere questi rifugiati, come logico, nella stessa proporzione di noi.

Ma tutti sappiamo che l'Italia è anche un paese di forte emigrazione. Dai nostri porti e aeroporti, non si è mai smesso di partire secondo il Rapporto "Italiani nel mondo 2022" della Fondazione Migrantes, presentato a Roma, in un momento chiave, quando il mondo ha raggiunto gli 8 miliardi di abitanti. Negli ultimi anni, caratterizzati dalle limitazioni agli spostamenti a causa del Covid, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, ha superato la popolazione di stranieri regolarmente sul territorio nazionale.

Nel giro di appena un anno, l'Italia ha perso lo 0,5% della popolazione residente (-1,1% dal 2020), mentre, all'estero, è cresciuta sempre negli ultimi 12 mesi, del 2,7%  e del 5,8% se facciamo il confronto dal 2020. Si tratta di quasi 154.000 nuove iscrizioni all'AIRE contro gli oltre 274mila residenti "persi" in Italia.  

ITALIA INTERCULTURALE

Secondo l'indagine di Migrantes si parla, nel complesso, di "una Italia interculturale", nella quale l'8,8% dei cittadini regolarmente residenti, sono stranieri che, in valore assoluto significano 5,2 milioni di persone, mentre quasi il 10% dei cittadini italiani risiedono all'estero e sono quasi 6 milioni. 

Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell'87%; la presenza degli italiani all'estero è progressivamente cresciuta passando da 3,1 milioni a oltre 5,8 milioni: in appena 16 anni quasi il doppio.

LA PREVALENZA DEI GIOVANI

Tra chi risiede all'estero, la componente di giovani è considerevole e questo è assolutamente comprensibile. Se prendiamo come esempio l'Uruguay, su 134.000 cittadini italiani, coloro che siamo nati in Italia, non arriviamo ai 4.000, mentre le nuove cittadinanze sono maggiormente di gente giovane di seconda, terza o quarta generazione. L'attuale comunità italiana all''estero è costituita da oltre 861mila minori, ossia il 14,5% dei connazionali iscritti all'Aire e, praticamente tutti, sono nati all'estero, anche se un gran numero di loro, sono partiti al seguito delle proprie famiglie in questi ultimi anni. Ai minori dobbiamo aggiungere 1,2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni  he rappresentano il 21,8% dell'intera popolazione all'estero, che arriva a incidere per il 42% sul totale delle partenze annuali soltanto per espatriare. 

Poi troviamo i "giovani adulti" che sono il 23,2%, tra i 35 ei 49 anni. Il 19,4% hanno etá tra i 50 e i 64 anni,  il 21% ha più di 65 anni e, di questi, l'11,4% ha oltre 75 anni.

Un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della presentazione del rapporto, ci ricorda "Sono principalmente i giovani e tra questi, coloro con alto livello di formazione che, per ragioni di studio e di lavoro, molto spesso, partono e non hanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione. Il saldo tra chi entra e chi esce rimane negativo - ha aggiunto il capo dello Stato -, con conseguenze evidenti sul calo demografico e con ricadute sulla nostra vita sociale».

STRAORDINARIO AUMENTO DELLE PENSIONI ALL'ESTERO

C'é un altra impennata straordinaria che preoccupa e di tanto, le autorità italiane. Si tratta di un aumento incredibile del numero di pensioni pagate all'estero e, mentre in Italia nel triennio 2019-2021 l'incremento delle pensioni eliminate è stato pari all'8,2%, nel medesimo arco temporale l'incremento di quelle in pagamento all'estero è stato del 45,1%.  Mentre il dato europeo, che  riguarda più da vicino l'Italia, è cresciuto rispetto al 2020, nel 2021 è salito dell'1,5%, quello che riguarda le pensioni pagate in America Centrale, in Asia e in Africa, sono state, rispettivamente del 48%, 33% e 26%). Questo straordinario aumento è determinato, da una parte, dal rientro degli immigrati in Italia che, dopo aver conseguito diritto a pensione, decidono di tornare nel proprio paese d'origine: dall'altro da coloro che scelgono di mettere a disposizione le sue abilità, conoscenze e competenze, acquisite nel nostro Paese, in nuovi mercati del lavoro, salvo poi la decisione di restare perché,  nel frattempo, si sono integrati dove si sono trasferiti. In queste aree continentali, i numeri sono tutti in aumento. Dopo un boom enorme negli anni '90 e parte del principio del terzo millennio, troviamo peró, anche per quest'anno, una forte discesa del numero di pensioni pagate in America meridionale e in Oceania. Nella prima, rispetto al 2020, il numero delle pensioni Inps è sceso di circa il 7%, in Oceania del 3% e in America settentrionale del 5%. Nei paesi di queste aree continentali l'età è molto elevata: in America meridionale, in Oceania e in America settentrionale gli ultraottantenni sono rispettivamente il 75%, il 67% e il 65% e, secondo i dati registrati, vediamo che proprio qui la pandemia ha inciso più fortemente

QUASI LA METÁ È PARTITA DAL MERIDIONE

Oltre 2,7 milioni (il 47%) degli italiani all'estero sono partiti dal Sud e di questi, 936 mila circa, il 16%, dalla Sicilia o dalla Sardegna; più di 2,1 milioni (il 37,2%) sono partiti dal Nord Italia e il 15,7% è, invece, originario del Centro Italia.

COMUNITÀ ITALIANA IN ARGENTINA IN PRIMO PIANO

Il 54,9% degli italiani (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8% (oltre 2,3 milioni nelle Americhe, soprattutto centro-meridionale  con quasi  il 33%, più di 1,8 milioni. Gli italiani sono presenti in tutti i paesi del mondo. Le comunità più numerose sono, ad oggi, quella argentina con quasi 1 milione, la tedesca con circa 850.000, la svizzera  con circa 660.000, la brasiliana. 550.000 e la francese con quasi mezzo milione.

PARTENZE CONCENTRATE TRA 2008 E 2009

I dati sul tempo di residenza all'estero ci dicono che il ritorno alla forte emigrazione dal nostro paese non è tanto recente: risale infatti alla crisi del 2008-2009 dall'Italia. Piú del  50% dei cittadini iscritti all'Aire oggi, lo è da piú di 15 anni e soltanto il 20% è iscritto da meno di cinque anni. Il resto si divide tra chi è all'estero da più di cinque anni ma meno di dieci (16,1%) e chi lo è da più di 10 anni ma mano di 15 (14,3%).

L'ACQUISIZIONE DELLA CITTADINANZA

La presenza italiana nel mondo cresce, e la crescita avviene attraverso vari argomenti. Tra gli elementi esogeni, quello più importante e più discusso, è l'acquisizione della cittadinanza: i cittadini italiani iscritti all'Aire per acquisizione della cittadinanza dal 2006 al 2022 sono aumentati del 134,8% (in valore assoluto si tratta di poco più di 190 mila oggi connazionali, mentre  erano quasi 81 mila nel 2006.

FONDAMENTALI GLI ITALIANI NATI ALL'ESTERO 

L'elemento endogeno è invece la nascita all'estero dei cittadini italiani, ossia le figlie e i figli che nascono da cittadini italiani che risiedono già oltreconfine e che, sempre da italiani, crescono e si formano lontano dall'Italia. Gli italiani nati all'estero sono aumentati dal 2006 del 167,0% e in valore assoluto sono, oggi quasi 2 milioni e mezzo, mentre erano 870.000 nel 2006.

2021.....ANNO DI PROFONDO CAMBIO

Ció che poteva accadere alla mobilità italiana nel 2020 è avvenuto nel 2021. La pandemia ha impattato sul numero degli spostamenti dei nostri connazionali, riducendoli drasticamente e trasformando, ancora una volta, le loro caratteristiche. Rispetto al 2021 risultano 25.747 iscrizioni in meno, ossia un -23,5% che diventa -36,0% dal 2020. Questa riduzione ha interessato,  maschi -23,0% e femmine -24,0% rispettivamente e in valore assoluto, oltre 47 mila e 38 mila. Chi è partito per espatrio da gennaio a dicembre 2021 è prevalentemente maschio, il 54,7% del totale , giovane tra i 18 e i 34 anni  41,6% o giovane adulto  23,9% tra i 35 e i 49 anni , celibe/nubile 66,8%. I minori scendono al 19,5% e gli sposati sono il 28,1% Il 53,7%,  più di 45 mila, di chi ha lasciato il nostro paese verso l'estero per espatrio nell'ultimo anno lo ha fatto partendo dal Nord, il 46,4% e del 38.757, dal Centro-Sud. 

La Lombardia con un'incidenza del 19% del totale e il Veneto, con l'11,7% continuano ad essere,  le regioni con maggiore emigrazione, poi la Sicilia (9,3%), l'Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). In ogni caso, dei quasi 16.000 lombardi, dei circa 10,000 veneti o dei 7.000 emiliano-romagnoli molti sono, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati, prima dal Sud al Nord dell'Italia e poi dal  Nord all'estero.

STEFANO CASINI