di Lucio Fero
Ai tempi dei tempi una sorta di claim pubblicitario celebrava un dentifricio con un "con quella bocca può dire ciò che vuole..." . Con la bocca di scrittore si può dire ciò che si vuole? Ad esempio si può dire bastardo al prossimo, al presidente del Consiglio, al portiere, all'avvocato, al prefetto, al cugino, a chiunque susciti negl ianimi dello scrittore una vis, incontenibile, alla creatività espressiva contundente?
Roberto Saviano ha teorizzato che lo scrittore può. Magari l'illetterato conclamato non può dare del bastardo al prossimo. Ma se uno ha pubblicato, se ha scritto, se è uno scrittore, allora può. Perché niente, nulla e nessuno deve mai commettere il sommo peccato di insolentire lo scrittore con qualche limite. Lo scrittore crea, anche quando insulta, anche quando oltraggia: è questo il Saviano pensiero. E la creatività dello scrittore è come...non vuole pensieri.
Preso in parola - Il direttore di un giornale non amico di Saviano lo ha preso in parola e ha titolato in prima pagina "Saviano bastardo", accompagnando il tutto con la spiega: scrittore anch'io, attestano i libri pubblicati, per di più giornalista, quindi scrittore bis, per di più direttore...quindi posso anch'io. Dare pubblicamente del bastardo e dire che è vis e creazione artistica, indomabile linguaggio letterario non sottoponibile agli stessi metri di giudizio e valore buoni per chi scrittore non è.
Forse, anzi di sicuro troppi "bastardi" volano. La pretesa e asserita superiore licenza da scrittore che può valeva di certo a Saviano la qualifica di arrogante, arrogante super. In un mondo non intossicato e tossico bastava. Ma l'arroganza oggi viene vissuta come virtù e non vizio.