di Silvana Mangione
Il limbo per i cattolici è un luogo di attesa per alcune anime. Limbo deriva dal latino limbus che significa orlo. Dalla data dell'insediamento dei Com.It.Es., il 26 dicembre del 2021, il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero si trova proprio sull'orlo del nulla, in un limbo politico che ne impedisce le riunioni in presenza e paralizza le attività, ai sensi di una ordinaria amministrazione, cui sono state sovrapposte ulteriori restrizioni, davvero incomprensibili se paragonate alla gestione dello stesso regime in altri organismi. Per quanto attiene al Governo, infatti, ordinaria amministrazione significa che il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti, ivi comprese le partecipazioni ad assemblee nazionali e internazionali, riunioni del Consiglio dei Ministri, continuato pagamento di salari, appannaggi, spese di viaggio e gettoni di presenza, coperti da un bilancio inalterato. Non è andata così per il CGIE.
Ricapitoliamo la situazione. A causa del devastante taglio del numero dei parlamentari, 6 milioni e mezzo di cittadini e 150 milioni di italici sono rappresentati soltanto da 4 senatori e 8 deputati. Tutti loro, però, in base alla Costituzione, rappresentano l'intero popolo italiano. Devono quindi occuparsi di tutte le questioni che riguardano l'Italia, ovviamente tenendo conto degli ordini dei rispettivi partiti, di maggioranza o di opposizione. I Com.It.Es., organismi elettivi la cui natura giuridica non è definita dal legislatore, rappresentano le comunità della circoscrizione consolare in cui sono stati eletti, dialogando con le autorità diplomatico–consolari. Il CGIE è: "l'organismo di rappresentanza delle comunità italiane all'estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità italiane all'estero".
Il CGIE nasce dalla necessità di creare un organismo di sintesi degli input locali provenienti da Com.It.Es. e associazioni, per presentare proposte e richieste, per quanto possibile onnicomprensive, a Governo e Parlamento. Inizialmente il CGIE era composto da 94 consiglieri, 65 eletti all'estero per 31 Paesi e 6 Continenti (considerando l'America Centrale a se stante) e 29 di nomina governativa, espressione di associazioni nazionali, partiti, sindacati, patronati, Federazione nazionale della stampa, Federazione unitaria della stampa italiana all'estero e frontalieri. Prima delle elezioni per il rinnovo del Consiglio nel 2015, fu emanato uno sciagurato decreto che riduceva il numero dei componenti e ne legava l'eleggibilità alle cifre degli iscritti AIRE. Il risultato di questa visione poco lungimirante, motivata dal risparmio di qualche spicciolo, misconosce gli italodiscendenti, riduce il CGIE a Consiglieri eletti soltanto in 16 Paesi e 4 Continenti: Europa, le due Americhe e l'Australia.
Dal CGIE sono spariti Messico, America Centrale e Africa. Dei 43 consiglieri esteri rimasti, 20 sono eletti in 3 soli Paesi: Argentina, Germania e Svizzera. L'AIRE ha cancellato l'unico rappresentante del Continente africano, perché l'Austria ha più iscritti della Repubblica del Sudafrica, che però è un Paese del G20 e del BRICS. I "poteri che sono" esercitano il "divide et impera" nella scelta degli interlocutori fra parlamentari esteri, condizionati dall'ansia di rielezione; Com.It.Es., cui le ultime circolari hanno dato maggiori facoltà, mai realizzate per mancanza di fondi; e CGIE perché la legge dice che esso deve: "formulare su richiesta del Governo o dei Presidenti dei due rami del Parlamento, pareri [...] in materia di iniziative legislative o amministrative ed elettorali dello Stato o delle Regioni, accordi internazionali e normative comunitarie concernenti le comunità italiane all'estero".
Nei primi mandati del Consiglio Generale, il Ministro degli Esteri (che è il Presidente del CGIE) e i sottosegretari ci convocavano per discutere progetti di interesse non solto nostro, ma spesso dell'Italia. Le ultime interpretazioni applicative della legge istitutiva del Consiglio, invece, hanno limitato perfino i tempi di esistenza del CGIE. L'articolo 5 stabilisce che: "I membri del CGIE rimangono in carica per una durata equivalente a quella prevista per i membri dei Comitati degli italiani all'estero". Equivalente significa: "che ha uguale valore". Cinque anni di carica per i Com.It.Es., che scattano all'atto del loro insediamento. Cinque anni di carica per il CGIE che scattano all'atto dell'insediamento del Consiglio.
L'insediamento del CGIE avviene dopo il completamento del suo iter di formazione, con l'elezione dei Consiglieri esteri e la nomina dei Consiglieri di nomina Governativa, mediante decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Fra l'elezione e la proposta di nomine, passano oltre due mesi, poi sta al Premier decidere se il Manuale Cencelli è stato rispettato a suo piacimento oppure correggere le indicazioni della Farnesina per riequilibrare i pesi politici all'interno dell'organismo. Le elezioni del CGIE si sono svolte il 9 aprile, la lista dei "governativi" è stata presentata al Presidente Mario Draghi a giugno. L'Italia è andata a elezioni anticipate il 25 settembre. La cerimonia di insediamento della Premier Meloni si è tenuta il 23 ottobre. L'elenco dei "governativi" giace da oltre cinque mesi su una scrivania di Palazzo Chigi in attesa di firma.
Nel frattempo il CGIE è paralizzato da quasi un anno, perché la Farnesina sostiene che il Consiglio non può più riunirsi né agire perché è entrato in questo strano regime di ordinaria amministrazione ridotta. Dalle elezioni del 9 aprile si è creato l'irragionevole limbo che citavamo, per cui il CGIE uscente è ancora in carica, ma non ha poteri, perché sono stati eletti i nuovi Consiglieri, ma il nuovo CGIE non ha poteri perché non si è ancora insediato. Tuttavia, al Comitato di Presidenza vengono costantemente sottoposte le richieste di pareri sulle questioni più svariate, fra cui ultima è quella dell'elevazione del Consolato di Prima Classe di Mendoza a Consolato generale. I Consiglieri rieletti sono stati convocati alle riunioni annuali di ordinaria amministrazione in Ambasciata insieme a Consoli e Com.It.Es., ma non è stato loro riconosciuto il rimborso della diaria e delle spese di viaggio. Perché? Non si sa.
Il momento di gravissime criticità a livello internazionale, con pandemie, inflazione, crisi energetica, immigrazione illegale, paura che stia per scoppiare la terza guerra mondiale, colpisce anche tutte le nostre collettività. Per quale ragione si vuole ibernare e imbavagliare l'unico organismo che le rappresenta tutte e che ha una concreta visione globale delle esigenze comuni e di quelle specifiche di tutta l'Italia fuori d'Italia? Non lo sappiamo, ma ne parleremo ancora.