di Lucio Fero
Anche fosse stato russo il missile, anche fosse davvero russo il missile caduto in Polonia, saggio e giusto dire che russo non è. Anche fosse menzogna dire che russo non è, sarebbe benedetta, utile e doverosa menzogna. Nella notte, in quella notte che ha preso il nome di notte di Przewodow (il punto di impatto del missile in terra polacca) per fortuna c'è stato chi ha capito subito cosa andava fatto e detto. Sono stati gli americani a calmare, sedare, sopire. E a scegliere subito, se necessario, di avallare una eventuale bugia mai come stavolta a fin di bene, anzi di pace. Sono stati gli americani a dire ai paesi baltici con la Russia confinanti che il missile o i missili caduti sulla Polonia erano o comunque dovevano essere ucraini. Meglio per tutti fosse così, e comunque così doveva essere. Sono stati gli americani a placare panico, ira e isteria. Sono stati gli americani a dire a Zelensky: quei missili che hanno sbagliato bersaglio sono i tuoi perché il mondo non può permettersi siano russi. Neanche se lo fossero davvero. Una vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera efficacemente ritrae Zelensky rimproverato da Biden e Occidente tutto: devi smetterla di intercettare coi tuoi missili anti aerei quelli russi che ti bombardano, si rompono e finiscono in Polonia...Insomma il mondo non poteva permettersi altro che missili non russi caduti per errore in Polonia. Altra verità non può esserci e piantarla qui, per il bene di tutti. Anche se Zelensky chiede inchiesta cui siano ammessi ucraini, non è proprio il caso.
Il pacifamilismo amorale - Al mattino successivo alla notte di Przewodow, gestita e risolta al meglio dagli americani, su molti giornali italiani e in molte italiche opinioni e umori è sgorgato copioso un sentimento che è un mix di odio e disprezzo per Zelensky e per ciò che rappresenta. Tutti i giornali pacifisti, sia quelli di destra sia quello vicini a M5S o alla sinistra anti Nato, hanno colto l'occasione per indicare Zelensky come un provocatore, uno che cerca guerra e nella guerra sguazza, uno pericoloso, pericoloso soprattutto per noi (sia detto per inciso: sono le stesse voci che dall'inizio indicano negli Usa e nella Nato i veri guerrafondai ma stavolta hanno sorvolato sui nervi saldi e di pace di Washington). Un umore anti Zelensky, un umore avverso a questo capo di governo che non cede, non molla e non corre al tavolo della trattativa con i russi, trattativa su quanta Ucraina cedere a Putin, serpeggia in ogni paese dell'Occidente. E ci mancherebbe altro che la condotta politica di Zelensky non possa essere giudicata, criticata, condizionata da chi gli fornisce le condizioni materiali per resistere e respingere l'invasione armata. Ma in Italia non serpeggia, sgorga. In nessun altro paese, in nessun altro tessuto sociale come quello italiano. Odio, sprezzo, ripulsa. Perché così tanto e così forte in Italia?
Depositi e giacimenti culturali - Da quali depositi e giacimenti culturali sgorga? Da quello che con neologismo si potrebbe battezzare pacifamilismo amorale. Zelensky non si è arreso e non si arrende e da qui a me, alla mia "famiglia" son venuti e vengono tanti guai: bollette, inflazione, perfino ansia. Zelensky con il suo stare in guerra obbliga me e la mia "famiglia" a pagare un prezzo per qualcosa di collettivo e sociale, ad esempio la libertà, che a me interessa e che ho a cuore solo nei confini precisi della mia "famiglia". Zelensky questo ostinato disturbatore della quiete della mia "famiglia" deponga le armi, ceda un po' di Ucraina ai russi. Zelensky basta, falla e facciamola finita e qui si incontrano e si sposano il pacifismo (quello puro d'animo e quello assai peloso anti Nato e anti Occidente) e il familismo architrave del sentire e agir comune. Il grande fiume del pacifismo incontra e mescola le acque del grandissimo bacino del familismo italiano. Solo la mia pace è valore supremo, solo la mia "famiglia" è obbligo difendere, proteggere, promuovere. Non c'è prezzo che non possa essere pagato per la famiglia, nessun prezzo vale pagare per famiglia che non sia la mia, anche perché altra "famiglia" non esiste, non lo Stato, non la società, men che mai gli altri popoli. Il prossimo e l'umanità tutta si esauriscono nella famiglia sociale di appartenenza. E quindi stizza, avversione, rigetto e infine odio verso chi per la "famiglia sua" ci tiene come condizione di danno alla "famiglia mia". Per tutti questi familisti amorali (l'Italia ne è colma a destra e a sinistra) Zelensky ha da tempo rotto le scatole (oltre che le uova nel paniere russo) e quindi se gli piovono sulle città 100 missili russi in fondo ci sta e se lui spara missili di contraerea è un intollerabile guerrafondaio.