I segnali di recessione si erano già visti a ottobre, ora i dati della Congiuntura Confcommercio di novembre certificano che l'economia italiana sta invertendo il ciclo economico dopo sette trimestri semplicemente eccezionali e comunque molto fuori trend rispetto al ristagno strutturale pre-pandemia. Il direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che "la fine del 2022 si prospetta non meno complicata dei mesi autunnali. La crisi geo-politica non appare in via di rapida soluzione. Allo stesso tempo emergono indizi di minore dinamicità dell’economia mondiale in un contesto in cui l’inflazione risulta ancora elevata, seppure in rallentamento. Anzi, in rallentamento perchè si vede la recessione".
"L’opportuna politica dei sostegni - ha osservato Bella - compensa larga parte delle perdite di potere d’acquisto del reddito, ma nulla può contro la riduzione reale del valore della ricchezza liquida, un importante fattore di alimentazione della spesa delle famiglie". "È sempre più probabile - ha concluso Bella - una recessione tecnica nei trimestri a cavallo della fine del 2022". Secondo le stime di Confcommercio, a novembre il Pil dovrebbe registrare una riduzione dello 0,7% su base mensile, accentuando la tendenza al ridimensionamento dell’attività economica iniziata a settembre. Nel confronto annuo la variazione, nel mese in corso, si dovrebbe attestare allo 0,4%, in ulteriore rallentamento rispetto ai mesi precedenti. A settembre la produzione industriale, dopo il rimbalzo di agosto, è tornata in territorio negativo con un calo dell’1,8% sul mese precedente e dello 0,5% su base annua. Tendenza che dovrebbe proseguire anche a ottobre e novembre.
Segnali di stasi sono emersi, sempre a settembre, sul versante del mercato del lavoro. Il modesto incremento degli occupati (+0,2% congiunturale) ha solo attenuato le tendenze negative degli ultimi mesi: rispetto a giugno si conta, infatti, una riduzione di 96mila unità. Segnali di preoccupazione provengono dagli operatori del commercio, che ad ottobre evidenziano un peggioramento del clima di fiducia. L’inflazione si conferma uno dei problemi principali: a ottobre la variazione del 3,4% su base mensile (incremento di dimensioni simili a quello osservato complessivamente tra gennaio 2016 e gennaio 2021) ha portato il tasso di variazione su base annua all’11,8%. A novembre l’inflazione dovrebbe registrare un incremento dello 0,4%, lasciando sostanzialmente invariato il tasso di crescita (11,7%).
"La minor dinamicità dell’inflazione nel mese in corso non sembra, peraltro, preludere all’inizio di una fase di rientro che potrebbe concretizzarsi solo a partire dal secondo quarto del prossimo anno". A ottobre i consumi, espressi nella metrica dell’ICC, si sono ridotti nel confronto annuo (-1,4%), effetto di una contrazione per della domanda per i beni (-2,7%) e di una crescita per i servizi (+2,1%).