di Lucio Fero
La Germania si offre alla foto ricordo della partita con tutta la squadra che si tappa la bocca con la mano. Son tutti d’accordo: giocatori, federazione, governo tedeschi e l’allenatore dirà poi che la Fifa toglie libertà di parola e pensiero. Ma la Fifa ha ordinato che quella immagine non si debba vedere e la regia internazionale applica censura sull’immagine, non la manda in onda. E altrettanto fa la regia internazionale su ogni immagine che possa turbare il pudore islamico, fosse anche una sequenza di colori su una t-shirt. Non solo allergici e intolleranti verso ogni forma di accenno alla omosessualità che molto mondo islamico considera reato e/o malattia (in materia anche il cristianesimo ortodosso dominante in Russia non fa sconti). Allergici e intolleranti ad ogni manifestazione, accenno, sorriso a qualunque causa, richiamo, sensibilità che non siano i soldi, anzi i miliardi.
Qatar ha pagato - E può fare quel che vuole, questa è la filosofia pratica, l’etica minima e massima della Fifa. Cioè del calcio, della multinazionale calcio. Qatar ha pagato miliardi e quindi ha comprato il diritto e il potere di fare ciò che vuole e che si faccia ciò che vuole con quello che ha comprato. In fondo è la stessa logica, lo stesso diritto che si compra in una casa d’appuntamenti. La Fifa lo accetta, lo adotta, lo difende. E comunica con durezza da maitresse a tutti coloro che sono al Mondiale che sono tenuti a comportarsi come pagati e comprati, almeno per la durata dell’ingaggio. Nelle case d’appuntamenti magari un’ora, al Mondiale una ventina di giorni o anche meno.
La pagliuzza della Rai - Se la Fifa alleva, coltiva e adora evangeliche travi nel suo occhio, la Rai soffre una minuscola pagliuzza di giornata: al cronista-commentatore manca la parola etnia e quindi gli vien da dire “razze” per dire che ci sono arbitri di ogni etnia. Poi si scusa e si duole, sinceramente. E’ che proprio gli è mancata la parola giusta. Non la trova però neanche scusandosi, forse gli è mancata perché, semplicemente, non è uso ad usarla. E non confessa quel che lui voleva davvero segnalare allo spettatore: che quell’arbitro scuretto di pelle era un po’ scarso come arbitro, sarà perché scuretto?