Franco Esposito
L’accoglienza fa scandalo. Genera inchieste, la più recente, la più fresca e clamorosa pure interessa la coop di lady Soumahoro. Un affare da sessanta milioni di euro. Il botto squassante dei finaziamenti pubblici. I libri contabili sono all’esame della Guardia di Finanza. La coop ha gestito appalti milionari fino al marzo scorso.
Malodorante vicenda vede in un ruolo centrale il deputato di AVS Aboubakar Soumahoro, compagno di vita di Liliane Muraketete, implicata nelle indagini sulle coop.
C’è un giro pazzesco di soldi pubblici nella storia delle cooperative riconducibili alla famiglia Soumahoro. E a Marie Therese, suocera di Suhamahoro. Momento focale la relazione consegnata al ministero dell’Interno nell’ambito del progetto Amfi. Il deputato aveva dichiarato che la Karibu in vent’anni aveva gestito fondi pubblici per una somma complessiva che supera i 60 milioni di euro. L’ultimo affidamento risulta dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale nel giugno scorso.
In parole molto povere, attestava l’aggiudicazione della gara “Accordo quadro con più operatori economici per la durata di numero due anni, per l’affidamento dei servizi di gestione di centri di accoglienza costituiti da singole unità abitative con capacità ricettiva fino a cinquanta posti, per un fabbisogno presunto di posti pari a numero 800”.
Aboubakar Souumahoro risulta attualmente disoccupato “e fuori dal circuiito dell’accoglienza”. Ma nel curriculum della compagna del deputato di Alleanza.Verdi-Sinistra ci sono diverrse tacche di peso. Innanzitutto una: Palazzo Chigi.
Ma si sono inoltre tracce chiare di conoscenze importanti in Italia e all’estrero. Inclusa la parentela con l’ex premier del Ruanda. Notizia questa però da verificare. La fondatrice della cooperativa Karibu è ora nel mirino dlele indagini della Procura di Latina. Secondo Dagospia, avrebbe lavorato due anni alla presidenza del Consiglio, dal 2002 al 2006, nel vgoverno Berlusconi. Ruolo ricoperto anche nel secondo governo Prodi. Il cavaliere la richiamò come rappresentante del presidente per l’Africa “facente funzioni”. Missione peraltro mai effettivamente decollata. E proprio in quella occasione lei sostenne di essere “ la nipote del premier ruandese”.
Tra i sette aggiudicatari della gara c’ è anche il raggruppamento temporaneo di imprese composto da AID Italia-Karibu, per un milione e 466mila euro. Anche la Regione Lazio ha stanziato, per la provincia di Latina, a favore dell’emergenza ucraina, 1,2 milioni suddivisi in quattro cooperative, ovvero Karibu e Consorzio Aid, destinatarie di 600mila euro. Cifre risibili a fronte di quelle introitate da Karibu negli anni scorsi: quattro milioni ogni 365 giorni.
Avrebbero arraffato tutte le coop cospicue quantità di denaro pubblico. Il Nucleo economico finaziario della Guardia di Finanza è tutto preso dallo spulcìo dei libri contabili. I rendiconti delle spese, le convocazioni i verbali delle assemblee dei soci, i bilanci e i regolamenti interni. La domanda è: c’è stata qualche violazione nella gestione dei progetti per l’accoglienza, e in che modo?
L’operatore ha avviato il proprio operato in seguito segnalazione e denunce. Il procuratore Giuseppe De Falco pone l’attenzione sui “temi investigativi diversi e complessi, che concernono in generale l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, con in dipendenti e con i soggetti coinvolti”. Gli accertamenti hanno preso l’abbrivo da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il rigoroso vaglio ed approfondimento.
La prima inchiesta risale al 2019. Nel giorni scorsi, a Latina, sono arrivati gli ispettori ministeriale per valutare le attività delle cooperative. L’ispezione staordinaria è stata decisa in seguito a notizie emerse in questi giorni sulla stampa. Ma è servita anche a “compensare l’assenza delle verifiche ordinarie”. Il ministero si è reso conto che non era state eseguiti nei tempi prestabiliti.
Le cooperative sono tenute infatti a trasmettere al ministero, ogni due anni, una serie di informazioni. A qual pro? Le informazioni consentono di accertare la regolarità dell’attività della coop. Per la Karibu la scadenza era stata superata da otto mesi. Presenti fisicamente a Latina, gli ispettori del ministero pare non abbiano trovato una grande collaborazione dai responsabili della cooperativa. Innanzitutto non è stato possibile “ottenere tutta la documentazione necessaria”.
La coop dovrà mettersi in regola, diversamente rischia lo scioglimento. Un provvedimento, questo, ancora più grave del commissariamento. Soluzione ipotizzata nei giorni scorsi. Composto di sei persone, il pool degli ispettori ha allargato l’indagine a diverse altre cooperative del territorio pontino impegnate nel campo dell’accoglienza.
Le sedi legali delle cooperative della famiglia Soumahoro risultano attualmente chiuse. La cosa viene ritenuta facente parte del cumulo di irregolarità attribuite alla Karibu&C. Quella all’ingresso di Latina, in piazzale Granato, è deserta. A Sezze è addirittura peggio: gli uffici di via Umberto non ci sono più.
Fuga dalle responsabilità o bluff continuo? Fate un po’ voi, nell’uno o nell’altro caso non sarete lontani dal vero.