L'Uefa ha aperto un'inchiesta sulla Juventus per "potenziali violazioni dei regolamenti sulle licenze per club e sul fair play finanziario". Intanto, come abbiamo anticipato ieri, il gip del Tribunale di Torino che lo scorso 12 ottobre ha respinto le richieste di misure interdittive per Agnelli e gli altri indagati nelle motivazioni, pur riconoscendo la 'buona fede' nella gestione del plus valenze, ha sottolineato che le modalità con cui sono state portate avanti le cosiddette 'manovre stipendi' del 2020 e del 2021 si possono considerare "certamente illecite", al punto che "si condivide la sussistenza di gravi indizi".
La Camera di primo grado del Cfcb (Club financial control body) nella sua indagine "si concentrerà sulle presunte violazioni finanziarie recentemente rese pubbliche a seguito del procedimento condotto dalla Consob e dalla Procura della Repubblica di Torino". L'organo di controllo della confederazione europea "coopererà con le autorità nazionali e si concentrerà sulle presunte violazioni finanziarie recentemente rese pubbliche". La Uefa ricorda anche che il 23 agosto scorso, la stessa Cfcb "ha concluso un accordo transattivo con la Juve" e che "il presente accordo transattivo è stato concluso sulla base delle informazioni finanziarie precedentemente presentate dalla società relative agli esercizi chiusi nel 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022".
La Uefa si riserva "azioni legali" contro la Juve se dall'indagine del suo organo di controllo dovesse emergere che la situazione finanziaria del club era "significativamente diversa da quella valutata al momento della conclusione del settlement agreement" sul financial Fair Play. La Prima sezione della Cfcb "si riserva il diritto di rescindere l'accordo transattivo, intraprendere qualsiasi azione legale ritenuta opportuna e imporre misure disciplinari" sulla base delle regole procedurali. Il codice Uefa prevede sanzioni che vanno da multe alla revoca di titoli, passando per l'esclusione dalle Coppe Sulla questione delle plusvalenze la Juventus potrebbe essere stata in buona fede. È quanto emerge dalle motivazioni della decisione con la quale Ludovico Morello, il gip del Tribunale di Torino, lo scorso 12 ottobre ha respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e altri indagati dell'inchiesta sui conti della società bianconera. Alla luce degli atti disponibili in quel momento, il giudice scrve che, se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard, "risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste". Per Morello era comunque opportuno "un accurato approfondimento". Tuttaivia il gip, nelle motivazioni dello scorso 12 ottobre, sottolinea che le modalità con cui sono state portate avanti dalla Juventus le cosiddette 'manovre stipendi' del 2020 e del 2021 si possono considerare "certamente illecite", al punto che "si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi". Il giudice, inquella occasione, ha però respinto le richieste di misura cautelare presentate dalla procura per mancanza di rischio di reiterazione del reato: le 'manovre' - si legge- erano legate all'emergenza covid e quindi a un "periodo storico non più attuale".