Sciopero generale nazionale domani, oggi, venerdì 2 dicembre, di tutti i lavoratori privati e pubblici aderenti ai Cobas e alle altre organizzazioni del sindacalismo di base e conflittuale (Cub, Sgb, SI cobas,Unicobas, Usb, Usi-Cit, Cobas Sardegna, Adl Varese). A rischio dunque tutti i servizi, dalla sanità alla scuola, dalle fabbriche ai trasporti. Nel mirino dei sindacati una lunga lista di rivendicazioni: dal rinnovo dei contratti con significativi aumenti dei salari e l'adeguamento automatico al costo della vita all'introduzione del salario minimo di 12 euro/ora; dalla cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia a un un calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili. Oltre alla richiesta della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e al no all'autonomia differenziata che disgrega il paese. Servono inoltre investimenti economici rilevanti per la scuola e sanità pubbliche e per i trasporti. E poi un no alla guerra e all'economia di guerra, all'aumento delle spese militari e all'invio di armi in Ucraina. Lo sciopero si accompagnerà ad una serie di manifestazioni regionali o provinciali a Roma, Torino, Milano, Padova, Trieste, Genova, La Spezia, Bologna, Firenze, Pisa, Grosseto, Ancona, Terni, Napoli, Bari, Taranto, Catania, Palermo, Cagliari.