Franco Esposito
Gli tesero l'imboscata e lui, "mi hanno fregato", ripeté fino alla noia, in pubblico e in privato, prima di andarsene all'altro mondo, il 14 febbraio 2004, in circostanze mai chiarite. L'antimafia riapre il caso sulla morte di Marco Pantani. Il Pirata, il ciclista capace di realizzare l'accoppiata Giro d'Italia-Tour de France nella stessa stagione.
Nicola Morra, presidente uscente dell'Antimafia, rivela l'esito dell'inchiesta della Commissione. Le sue parole hanno un peso e non mancheranno di provocare conseguenze in questo momento non ancora quantificabili. "Violate le regole sui controlli", e questo già basterebbe di suo a riaprire il caso imbragato nel mistero, fin dal primo momento. "Dubbi sulle indagini e sulla squalifica al Giro", aggiunge il presidente dell'Antimafia, aprendo nuove strade e ipotesi sulla morte di Marco Pantiani e sull'esclusione del corridore, in quel momento maglia rosa e dominatore della corsa, dal Giro d'Italia 1999.
L'indagine della Commissione Antimafia si è dedicata in particolare ad alcune anomalie che si sono verificate durante i lavori indagatorio. L'Autorità giudiziaria accolse immediatamente l'ipotesi dell'accidentalità del decesso, ricondotto all'assunzione di sostanze esogene, escludendo del tutto la possibile riferibilità dello stesso ad un'azione omicidiaria".
La svolta è destinata a scatenare una serie di reazioni a catena. "É un fatto ormai conclamato, per usare una sua frase, Marco venne fregato", fanno sapere i legali della famiglia Pantani. L'Antimafia ha svolto audizioni che sembrano mettere in discussione il quadro probatorio che sfociò negli esiti giudiziari.
Racconta Morra: "Le dichiarazioni rese in Commissione dagli operatori sanitari che intervennero sul luogo del decesso di Pantani, hanno escluso la presenza del bolo di cocaina rinvenuto più vicino al cadavere". Le vicende del Pirata Marco Pantan sarebbero state quindi influenzate. Anche per quanto riguarda il Giro d'Italia, quella mattina a Madonna di Campiglio, giugno del 1999. Morra parla di "diverse e gravi violazioni alle regole stabilite affinché i controlli fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni".
L'intera vicenda sembra aprirsi a sviluppi clamorosi. Il, presidente Morra ha acquisito alcune certezze. La prima: "Nell'effettuare i controlli sugli atleti non venne rispettato il Protocollo siglato dall'Uci con l'ospedale incaricato di seguirli". La seconda è parimenti servita: "Nell'apporre l'etichetta sulla provetta che conteneva il campione ematico di Marco Pantani non vennero seguite le regole imposte per garantire l'anonimato, essendo presenti altri soggetti diversi dall'ispettore dell'Unione Ciclistica Internazionale".
Importanti i rilievi, gravi accuse semina il presidente uscente della Commissione Antimafia. "É stato inoltre accertato che il prelievo di sangue sul campione di Cesenatico venne effettuato alle 7:46 e non alle ore 8:30, come invece indicato nel processo che egli dovette subire per frode sportiva".
É quindi possibile che il test del sangue di Pantani sia stato manomesso. Nella relazione dell'Antimafia si legge tra l'altro "Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l'ipotesi della manomissione del campione ematico risulta compatibile con il dato temporaneo accertato dall'inchiesta della Commissione, collocando correttamente l'orario del prelievo su Marco Pantani alle ore 7:46, quindi più di un'ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto". Ma c'è altro, ed è molto importante e significativo. "Risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta".
Nessun dubbio, avete letto bene. L'indagine della Commissione Antimafia proverebbe che Pantani fu vittima di un complotto. L'ipotesi di Morra prende corpo e sostanza. Chiara e forte, "e ancora più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca, che rivelano i forti interessi della camorra sull'evento sportivo oggetto di scommesse clandestine".
Morra perviene a una conclusione clamorosa. E l'affida alla sensibilità di tutti con una sottolineatura. "L'intervento della stessa camorra per ribaltare l'esclusione di Marco Pantani, del quale era ormai pressochè certa la vittoria".
Il Pirata gli avversari li aveva stracciati tutti. Seminandoli in salita prima all'Alpe di Pampeago, poi nell'ascesa a Madonna di Campiglio. Al Giro ormai era un uomo solo al comando.