DI MANUELA TULLI
Un Natale senza luci, con alberi e presepi solo nelle case, in quelle dove almeno ci sarà ancora abbastanza voglia di farlo. Niente festoni o luminarie nelle vie. È nel buio e nel freddo che quest'anno ci si prepara a celebrare il Natale in Ucraina. "Quest'anno il nostro Natale sarà molto diverso da quello dello scorso anno ma non è il nostro primo Natale di guerra. Molti nel mondo dimenticano che sono otto anni che le famiglie ucraine vivono questa sofferenza". A parlare è il vescovo cattolico di rito latino di Kiev, monsignor Vitalii Kryvytskyi, dalla sua residenza a pochi metri da Maidan e accanto alla cattedrale di Sant'Alessandro, che ai tempi del regime comunista era stata trasformata in un planetario e, forse un po' per sfregio, nel museo dell'ateismo.
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Parla poi del confronto avuto in questi giorni con gli altri vescovi in preparazione proprio delle messe di Natale: "Abbiamo deciso di non parlare di perdono, non è il momento giusto per farlo. A nome di chi dovremmo offrire il perdono, di una donna che è stata stuprata? Di una mamma che ha visto ucciso il figlio al fronte e non sarà per questo alla tavola della festa ? A chi dovremmo dare il nostro perdono: a chi non lo ha mai chiesto?".
Parole dure ma allo stesso tempo piene di realismo perché anche chi crede in Dio e prega, vive da mesi, o più precisamente da anni, sotto attacco. E allora "si potrà cominciare a parlare di perdono, se vogliamo dare valore a questa parola e non farne una caricatura, solo quando sarà finita la guerra", dice con schiettezza il vescovo.
Poi monsignor Vitalii cambia tono e scherzando dice che il Natale in Ucraina dura dal 25 dicembre al 7 gennaio, la prima è la data dei latini, la seconda dei greco-cattolici, ma nelle famiglie di fede mista si approfitta "per fare festa due volte".
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Il vescovo, ad un gruppo di giornalisti al seguito di una missione delle ambasciate ucraina e polacca presso la Santa Sede, annuncia poi che il Consiglio panucraino delle chiese, dove sono rappresentati ortodossi, cattolici ma anche ebrei e musulmani, ha chiesto alla Santa Sede un incontro in Vaticano per pregare insieme per la pace. "Speriamo possa tenersi a fine gennaio", aggiunge spiegando che l'organizzazione di questo evento è nelle mani della Nunziatura a Kiev.
Infine anche anche nel palazzo vescovile tutto è stato predisposto per far fronte agli eventuali blackout. "Aspettiamo il generatore", aggiunge il presule. Quaranta di questi veri e propri 'salvavita' invece arriveranno a parrocchie e famiglie della diocesi di Kiev da Jesolo. Il vescovo ausiliare Oleksandr Yazlovetskiy è in questi giorni nella cittadina veneta per benedire il tradizionale presepe di sabbia. Per ringraziarlo è stato deciso di donare alla sua Chiesa questi macchinari ormai indispensabili per superare il buio e il freddo di questi giorni.