di Gianni Trovati
Gli italiani sono abituati a prendere multe, visto che ne ricevono decine di milioni all'anno. Sono un po' meno abituati a pagarle, perché il tasso di riscossione oscilla intorno a un 45% medio, figlio di fortissime oscillazioni da Nord a Sud. Ecco perché la sorte dei verbali ancora da saldare è destinata a occupare una parte importante nei dibattiti sulla «tregua fiscale» introdotta dalla manovra per l'anno prossimo.
Dibattiti che nel caso delle multe saranno sviluppati a livello locale, perché l'intenzione del governo è quella di affidare le decisioni su stralci e sconti ai sindaci: posti quindi di fronte al bivio tra concedere la cancellazione o una definizione agevolata a seconda dei casi, facendo arrabbiare chi le multe le paga, oppure mantenere una linea dura, e prendersi l'accusa di non sfruttare l'occasione della "generosità" offerta dal governo. Qualsiasi sarà la scelta del sindaco, la discussione è assicurata. Anche perché la questione riguarda praticamente tutti gli italiani. Addentrarsi nei dati del cosiddetto magazzino della riscossione alla ricerca delle multe fatte dalla polizia municipale e lì giacenti non è semplice. Ma le cifre chiave si possono ricostruire inerpicandosi fra i dati disponibili. Sui 19 miliardi di crediti comunali presenti negli arretrati dell'agente nazionale della riscossione, le multe valgono poco meno di 8 miliardi, cioè il 40% abbondante. Tra sanzione originaria, interessi e somme aggiunte con il passare del tempo, ciascuno dei ruoli presenti in questa valanga si attesta intorno ai 180 euro. La montagna, quindi, cumula oltre 42 milioni di verbali in attesa di soddisfazione. Che ne sarà di loro?