Volge al termine questo 2022 e anche per la comunità italiana in Uruguay è tempo di bilanci. Per la maggior parte delle associazioni l'anno che sta per concludersi è stato l'opportunità di rilanciarsi dopo il difficile periodo della pandemia che ha rappresentato un colpo durissimo. La ripresa delle attività non nasconde però i soliti problemi che continuano a manifestarsi nonostante le promesse che erano state fatte pochi mesi fa: è il caso dei servizi consolari che continuano ad essere di difficile accesso per molti. Gente d'Italia ha deciso di dare ancora una volta voce alle associazioni per analizzare l'anno che sta finendo e provare a raccontare questa comunità attraverso i suoi protagonisti.
di Matteo Forciniti
Dopo Colonia, Paysandú e Maldonado ci spostiamo adesso a Montevideo dando spazio in questa occasione ai veneti, un gruppo storico della collettività che oggi cerca di rinnovarsi dopo il periodo di difficoltà vissuto in passato scommettendo fortemente sull'unità tra i giovani discedenti. A guidare il Cavu (Comitato delle Associazioni Venete in Uruguay) c'è attualmente Christian Gonzatto con cui parliamo.
- Come giudicate questo 2022?
- Siamo ancora lontani dai livelli pre pandemia ma in ogni caso abbiamo avuto segnali molto incoraggianti di ripresa. Pian piano stiamo cercando di ritornare alle nostre normali attività. Tra le cose più importanti da segnalare in questo 2022 c'è stata la partecipazione alla "Festa che ci unisce" dei calabresi e poi l'evento per le associazioni organizzato presso il Museo de las Migraciones. Speriamo che il prossimo anno si possano fare più cose, siamo fiduciosi perché siamo tornati a riunirci tra di noi con più regolarità negli ultimi tempi.
- Quali sono i propositi per il nuovo anno?
- Senza dubbio quello di insistere sull'unione tra tutte le associazioni italiane. L'Italia è un paese multiculturale ma, al di là delle nostre differenze regionali che rappresentano una ricchezza, c'è bisogno fortemente di unità. Qualcosa abbiamo già iniziato a farlo con i giovani calabresi e tanti altri: questa è la strada da seguire e mi auguro che per il prossimo anno il tutto si possa rafforzare ulteriormente. In questo modo potremmo portare maggiore visibilità alla collettività a beneficio di tutti: ad esempio potremmo partecipare insieme agli eventi sotto un'unica bandiera.
- Come giudicate i servizi consolari dopo l'apertura, a fine luglio, di una nuova sede?
- Alcuni dei nostri membri hanno rinnovato il passaporto e non hanno avuto problemi perché con un po' di costanza il turno si ottiene. Le cose più difficili sono la cittadinanza e l'aggiornamento dello stato civile perché evidentemente c'è meno disponibilità e implica maggior tempo. Dal mio punto di vista ci sono cose da migliorare, non è tutto un disastro ma non si può dire che sia perfetto, alcuni problemi sono sotto gli occhi di tutti.
- Qual è, secondo voi, il ruolo di Gente d'Italia nella collettività?
- Il giornale è molto importante per noi, è il posto dove troviamo pubblicate le notizie delle attività delle diverse associazioni e della collettività in generale, tanto di Montevideo come dell'interno. Ma oltre a questo troviamo anche notizie inerenti alle collettività del resto del mondo e poi ci consente di restare aggiornati su quello che succede in Italia, qualcosa che non troviamo sulla stampa uruguaiana. Un'altra cosa molto interessante sono le storie sulla vita e le attività degli emigranti o dei loro figli, personalità rinomate nell'ambito dell'industria, del commercio o della politica.