Sinisa Mihajlovic è morto. L'ex centrocampista e allenatore serbo, guerriero in campo e in panchina, si è arreso nella notte alla leucemia, spegnendosi nel letto di una clinica romana. Aveva 53 anni, massima parte dei quali trascorsi sui campi di calcio. Da calciatore ha vinto tutto o quasi, da tecnico si è fatto apprezzare ovunque, anche a Bologna, club che lo ha esonerato - tra le polemiche - a settembre, quando le sue condizioni erano peggiorate dopo i miglioramenti dei mesi precedenti.
Mihajlovic lottava contro la leucemia da luglio 2019, quando annunciò tra le lacrime in conferenza stampa l'inizio del suo calvario. Ha lottato come un leone, Sinisa, ma non è bastato. E la gente che oggi lo piange è la stessa che ne ha sempre apprezzato gli sforzi, la tenace resistenza a una malattia terribile e subdola.
Questo il comunicato della famiglia che confema la morte di Mihajlovic: "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel.dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato".