La Banca d'Italia rivede in meglio le previsioni sulla crescita dell'economia italiana, portando il 2022 a +3,8% e il 2023 a 0,4% contro rispettivamente +3,3% e +0,3% delle stime di ottobre. Lo si è letto nelle nuove Proiezioni macro per l'Italia inserite nelle staff projections dell'area euro che la Bce ha pubblicato giovedì. Lo scenario base prevede che "in linea con i segnali degli indicatori ad alta frequenza, il Pil si indebolisce nell'attuale trimestre e nel prossimo; l'attività economica tornerà in crescita gradualmente a partire dalla prossima primavera e accelererà dal 2024" grazie all'allentarsi delle tensioni inflazionistiche.
Ma Bankitalia ha anche utilizzato le parole di “incertezza eccezionalmente alta” per descrivere gli scenari economici italiani ipotizzati sulla base delle nuove proiezioni a medio termine nell’ambito delle staff projections della Bce. In particolare, due sono i possibili contesti immaginati da palazzo Koch: uno più avverso e l’altro di base. Nel primo scenario, valutato in relazione a un’eventuale interruzione permanente dei flussi di materie prime energetiche dalla Russia “il Pil è atteso in caduta di circa l’1% sia nel 2023 che nel 2024”.
“Si ipotizza – si legge nelle proiezioni – che la riduzione nell’offerta di materie prime energetiche comporti un forte aumento delle loro quotazioni sui mercati internazionali, una maggiore incertezza, in particolare nei mesi invernali del 2023 e del 2024, e un marcato indebolimento del commercio mondiale”. L'esercizio di previsione della Banca d'Italia nello scenario di base ha indicato, inoltre, un'inflazione al consumo, pari all'8,8% nella media di quest'anno, in calo al 7,3% nel '23, al 2,6% nel '24 e all'1,9% nel '25.
Le stime sull'inflazione sono state tutte riviste al rialzo rispetto al Bollettino di ottobre. Il rallentamento nella corsa dei prezzi rifletterebbe "il netto ridimensionamento del contributo della componente energetica", connesso con l'ipotesi di riduzione dei prezzi delle materie prime, solo in parte compensato da quello di un'accelerazione dei salari. Al netto delle componenti alimentare ed energetica l'inflazione sarebbe pari al 3,3% quest'anno, al 3,5% nel 2023, al 2,7% nel '24 e al 2,2% nel '25.