Alta tensione sulla manovra. Dopo la presentazione del maxi-emendamento del governo, si preannunciano tempi lunghi per il varo della legge di Bilancio - la prima del governo di centrodestra a guida Giorgia Meloni – attesa, in queste ore, al vaglio dell’emiciclo di Montecitorio. Sullo sfondo, tiene banco l’azione decisa delle opposizioni pronte ad andare all'attacco e ad invocare l’intervento del presidente della Camera mentre, inevitabilmente, si materializza lo spettro dell'esercizio provvisorio. Tradotto in soldoni: i nervi sono tesissimi e quella che si profila all’orizzonte è una vera e propria maratona per impedire che il dispositivo salti, con l'esame degli emendamenti destinato a proseguire tutta la notte.
Ma “non ci sarà alcun esercizio provvisorio, stiamo lavorando per dare risposte immediate ai cittadini” si è affrettata a precisare, piuttosto seccata, la premier Giorgia Meloni. Sul banco degli imputati, manco a dirlo, sono finite le misure che compongono il testo. Misure annunciate con i correttivi presentati dall’esecutivo. Ieri, in tarda serata, è stata convocata la conferenza dei capigruppo. Un tentativo per provare a smussare gli angoli, tracciando la “road map” per evitare rallentamenti all’iter parlamentare fin qui stabilito (non si esclude, tuttavia, che si possa lavorare anche la giornata del 24 dicembre). In ogni caso, tale scelta non è sembrata piacere più di tanto ai dem.
Il Pd, infatti, ha protestato duramente nella stessa Conferenza lamentando il fatto che "la maggioranza ci impedisce di lavorare". Più nello specifico, per quanto concerne i “contenuti” della legge, “Opzione donna”, uno dei temi più discussi (e difesi dalla sinistra), per ora non sembra destinata a cambiare, né si annunciano modifiche, in tal senso, negli emendamenti fin qui presentati dal governo. Sale invece all'85% l'adeguamento delle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (il che significa che a pagare saranno gli assegni più alti) con la riduzione degli scaglioni.
Sempre sul fronte pensionistico, l'annunciato innalzamento a 600 euro delle minime per gli over 75 vale, per il momento, solo per il 2023. Ancora, sul fronte giudiziario: regole ad hoc vengono previste per le intercettazioni preventive legate alle attività di intelligence.