Il Papa ieri ha ricevuto in udienza nell'Aula Paolo VI i dirigenti e i delegati della Conferenza Generale Italiana del Lavoro con il segretario generale Maurizio Landini. “Noi vogliamo essere un sindacato di strada per affermare i diritti della persona nei luoghi di lavoro e nel territorio e ci muove innanzitutto la volontà comune di essere costruttori di pace e mettere fine a una guerra, causata dalla grave invasione russa, di cui la prima vittima è il popolo ucraino” ha detto Landini nel corso dell’udienza con il Papa, la prima volta del sindacato di corso Italia.
“Ci sono ancora troppi morti sul lavoro e ogni morte sul lavoro è una sconfitta per l'intera società - ha invece detto Bergoglio -. Più che contarli al termine di ogni anno, dovremmo ricordare i loro nomi, perché sono persone e non numeri. Questo incontro con voi, che formate una delle storiche organizzazioni sindacali italiane, mi invita ad esprimere ancora una volta la mia vicinanza al mondo del lavoro, in particolare alle persone e alle famiglie che fanno più fatica. Non c'è sindacato senza lavoratori e non ci sono lavoratori liberi senza sindacato”.
Una preoccupazione del papa è “lo sfruttamento delle persone, come se fossero macchine da prestazione. Ci sono forme violente, come il caporalato e la schiavitù dei braccianti in agricoltura o nei cantieri edili e in altri luoghi di lavoro, la costrizione a turni massacranti, il gioco al ribasso nei contratti, il disprezzo della maternità, il conflitto tra lavoro e famiglia. Quante contraddizioni e quante guerre tra poveri si consumano intorno al lavoro! Negli ultimi anni sono aumentati i cosiddetti ‘lavoratori poveri’: persone che, pur avendo un lavoro, non riescono a mantenere le loro famiglie e a dare speranza per il futuro”.
Landini ha poi spiegato che “il lavoro, inteso come realizzazione e dignità della persona, è stato svalorizzato dall'attuale modello economico e sociale tanto che si è poveri anche lavorando. C'è ancora troppo lavoro precario, caporalato, lavoro nero, sfruttamento e una disoccupazione che cresce per giovani e donne, in particolare nel Mezzogiorno”.
Questa la chiusa del Papa: “Non permettiamo che si mettano sullo stesso piano il profitto e la persona. L’idolatria del denaro tende a calpestare tutto e tutti e non custodisce le differenze. Si tratta di formarsi ad avere a cuore la vita dei dipendenti e di educarsi a prendere sul serio le normative di sicurezza: solo una saggia alleanza può prevenire quegli ‘incidenti’ che sono tragedie per le famiglie e le comunità”.