Gente d'Italia

Nomine aggiustate e sentenze pilotate: bufera a Roma su giudici e avvocati, nomi importanti tra gli indagati

Palazzo di giustizia a Roma (Depositphotos)

Franco Esposito

Aggiustavano processi. Pilotavano sentenze. Ne facevano di tutti i colori. La bufera giudiziaria investe Roma. La Capitale è sottosopra. Nei guai sono finiti giudici e avvocati: agli arresti domiciliari Federico Todeschini, docente di diritto amministrativo e noto avvocato di fama internazionale. L'accusa è pesante, corruzione. Tra gli indagati figura anche il presidente della terza sezione del Tar del Lazio. 

L'aspetto più inquietante dell'intera vicenda è presto detto: anche la giustizia amministrativa ha il suo "caso Palamara". Il marcio è reperibile nelle nomine di magistrati e nelle sentenze pilotate al Tar del Lazio. Un sistema fatto di trame corruttive che aveva come obiettivo la cabina di regia. Il, cuore di tutto. Dove vengono gestiti i progetti di investimento del Pnrr. E dove appunto operava l'avvocato Federico Todeschini. 

Tutto quanto emerge dall'indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, coordinati dalla Procura. L'indagine si basa su una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali. Colloqui definiti compromettenti dai pm, registrati nel prestigioso studio dell'avvocato Todeschini, a  largo Messico.  

Ventisette anni in qualità di docente di Diritto pubblico all'università La Sapienza, fino al pensionamento maturato nel 2018, il professore è finito agli arresti domiciliari insieme con il collega Pier Francesco Sicco. Le misure cautelari riguardano anche Silvestro Russo, presidente della III sezione del Tar del Lazio. Un anno di sospensione a carico di un altro legale amministrativo, Gianmaria Corvino, sospeso dall'avvocatura, collaboratore dello studio Todeschini. Sospesa dall'incarico anche Gaia Ceccherini, commissario ad acta presso la Provincia di Imperia per il servizio idrico integrato. É la compagna dell'avvocato Pierfrancesco Sicco. 

A Roma la giustizia evidentemente è malata. Marcia, se le accuse della Procura acquisiranno valenza di probante conferma. La Ceccherini, di suo, avrebbe conferito "in violazione dei doveri di imparzialità della pubblica amministrazione, plurimi incarichi legali e di consulenza allo studio Todeschini, per un totale di 140mila euro liquidati". Un botto clamoroso. Colpi che hanno lasciato segni forti. Gli importi potrebbero addirittura crescere, in considerazione del fatto che esistono "altri incarichi non oggetto ancora di fatturazione". Su questo tema, l'avvocato Todeschini intende rivendicare la sua parte, e recuperarla.  

54.630 euro dalla Provincia di Imperia; 208.950 euro dalla società Maticmind; 13.061 dall'Istituto Seraficum. Todeschini, in cambio, avrebbe accreditato 10.688 euro sul conto bancario del collega Sicco. 

Ma a qual pro? Pare per "un intervento presso ambiti politico-istituzionali che favorissero la nomina della Checcucci a capo dipartimento o dirigente di una delle neo costituite Unità di struttura destinate a governare i progetti del Pnrr presso il ministero della Transizione ecologica". Francesco Quadri, capo di gabinetto del ministero per il Sud, non indagato, sarebbe il contatto che "Todeschini millantava di avere, in quanto moglie del suo amico Maurizio Greco". Avvocato dello Stato, anche lui non indagato_ 

Recita l'ordinanza del giudice Roberta Conforti: "appare evidente come negli ambienti istituzionali sia fatto notorio la capacità di penetrazione e di influenza dell'avvocato Todeschini in scelte di alta amministrazione". Il noto amministrativista, in definitiva, viene indicato come il cardine della maleodorante vicenda. Il cuore, il personaggio centrale, quindi il tutto. O quasi. 

Todeschini, quarantaquattro anni, spiega il gip, "mette a disposizione dei propri clienti non soltanto la sua professionalità, ma soprattutto collaudati rapporti e crediti personali con pubblici ufficiali in posizioni apicali nelle pubbliche amministrazioni di interesse". Va giù duro il magistrato, nella personale assoluta convizione di aver individuato il cuore del marcio. "Sono pienamente accertati i rapporti di Tedeschi con magistrati in servizio presso la giurisdizione amministrativa"- 

Tramite la rete di contatto, l'avvocato Todeschini si sarebbe speso "per favorire la carriera del dottor Russo", definito dall'avvocato Covino "il giudice amico nostro". Nel tempo diventa quindi normale la sequenza: quando il magistrato del Consiglio di Stato ottiene finalmente la presidenza della  III sezione del Tar del Lazio "Todeschini si attiva per accelerare la registrazione del decreto di nomina della Corte dei Conti"- 

Russo, preoccupato, spiega a Todeschini "non posso escludere che il consigliere Forlenza cerchi di non far registrare il decreto". Todeschini lo tranquillizza, spargendo certezze. "Chiamo Villani Marco, il vice presidente dell'associazione dei magistrati in Corte dei conti (...) Una persona come te, trasparente, amico, perbene...se serve sappilo che abbiamo questo uomo". 

Telefonate intercettate che diventano prove di sentenze pilotate. Secondo i pm, Russo "in cambio metteva a le funzioni giurisdizionali a disposizione dell'avvocato Todeschini, al fine di favorirlo in cause di interesse di quest'ultimo". Capito l'inghippo, compresa la trama che questi signori avrebbero ordito per anni? Nelle carte i contenziosi citati sono tre. 

Uno riguarda il ricorso del legale contro il rifiuto del ministero dell'Istruzione a riconoscere come Università la fondazione Ymca Italia, di cui è presidente Todeschini. "L'unica cosa che chiedo è una sospensiva, in un collegio in cui ci stai pure tu, io ti ho preparato le carte, gli dai una guardata, giovedì può darci una mano". 

Anche due, di norma. Ma in questo caso finisce tutto a buone donne. L'esito è sfavorevole per Todeschini. Il  giudice relatore, per sua sfortuna, non è Russo. E il gruppetto di presunti intrallazzatori la prende in tasca.

Exit mobile version