Dal Circus Formula Uno arriva notizia che i piloti sono caldamente invitati, insieme a tutti gli altri, a non mostrare opinioni, sensibilità, valori. Più zitti stano e meglio è. Zitti rispetto al mondo, s'intende. Niente dichiarazioni, adesioni a campagne, farsi testimonial di cause politiche o sociali. La modernissima e ipertecnologica F1 adotta, esalta, comanda e impone il cartello che figurava, prima d'imperio e poi di deriva, nei negozi di barberia fino a qualche decennio fa: "Qui si lavora e non si parla di politica". Notizie di uno sport che si vuole muto. Nella certezza e nell'autocompiacimento che facendo i muti si guadagna di più e si evitano grane.
Dalla Ginnastica femminile arrivano notizie plurime di crudeltà sistematiche a fin di...risultato. Bambine, adolescenti trattate come esemplari/animali da competizione. Ogni vessazione, punizione, umiliazione loro inflitte erano e sono la conseguenza, anzi il comandamento imposto e osservato del successo sportivo letteralmente ad ogni costo. Aggiungi una sub cultura da "spogliatoio" che non è cosa solo maschile e solo del calcio, aggiungi qua e là la vocazione acido persecutoria di non poche "mister" al femminile, aggiungi l'omertà istituzionale e di corporazione...Aggiungi e ottieni la pratica diffusissima del battere il cavallo, frustare il cavallo atleta fino a che non salta l'ostacolo, oppure crolla. Non bambine, non adolescenti, non atlete, tanto meno farfalle. Ma un ripetuto e compiaciuto e coperto rito in sceneggiatura da "Non si uccidono così anche i cavalli".
Notizie da sport muto, ignorante e brutale - Triste, solitario e final...No le varie e diverse compartimentazioni dello sport ramo di industria dell'intrattenimento non sono "tristi". Guadagnano un sacco di soldi, fanno un sacco di soldi, muovono un sacco di soldi. Tanto meno son solitarie e abbandonate, muovono emozioni e sentimenti di centinaia di milioni di umani. Me che meno soffrono di natura "final", hanno davanti praterie di business e oceani di fan. Però producono notizie di una cultura di impresa dello sport che si vuole muta, ignorante, volutamente e letteralmente e programmaticamente ignorante del mondo, e infine brutale. Muto, ignorante e brutal, le tre cose si tengono insieme e reciprocamente ammiccano l'un l'altra.