Gente d'Italia

Le stazioni ferroviarie italiane e il sistematico rischio di emergenza per tutti i passeggeri

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Nel nostro Paese le emergenze infrastrutturali e la prevenzione dai disastri, generati dalla malagestione delle infrastrutture essenziali, è notizia quasi quotidiana nonostante il dibattito sulla tematica tenda ad ignorare le opportune vertenze sulla prevenzione e la corretta gestione delle grandi infrastrutture italiane. Le recenti notizie sulle disposizioni per riattivare l'attività di progettazione del Ponte sullo Stretto, per completare la Metro C di Roma Capitale, per migliorare l'approvvigionamento idrico nella città metropolitana di Roma e nelle aree colpite dai terremoti e dagli altri disastri naturali del Centro Italia, dell'Aquila, dell'Emila, di Ischia e della Sicilia, aiutano a comprendere l'importanza di porre l'accento sulla prevenzione e sulla corretta gestione dei fondi dedicati alla manutenzione dei complessi e delle infrastrutture. 

La recentissima interrogazione dell'onorevole Carmela Auriemma al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul ruolo della società Grandi Stazioni Rail, società del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, interamente partecipata da Rete ferroviaria italiana S.p.A, circa la gestione, la conduzione e la manutenzione dei complessi immobiliari di quattordici stazioni ferroviarie italiane (stazioni di Bari Centrale, Bologna Centrale, Firenze S. Maria Novella, Genova Brignole, Genova Piazza Principe, Milano Centrale, Napoli Centrale, Napoli Piazza Garibaldi, Palermo Centrale, Roma Termini, Torino Porta Nuova, Venezia Mestre, Venezia S. Lucia e Verona Porta Nuova e Roma Tiburtina) aiuta a comprendere l'emergenza sull'attualità della manutenzione e del mantenimento di adeguate condizioni di conformità tecnica e costante ottemperanza alla normativa antincendio delle nostre infrastrutture ferroviarie.

Sebbene risulti attiva una procedura ad evidenza pubblica, per l'affidamento del servizio di sorveglianza antincendio e gestione delle emergenze presso i complessi immobiliari delle stazioni ferroviarie, ad oggi non risultano esservi novità sulla conclusione delle procedure e sull'attivazione di tali servizi. In sostanza, in molti dei complessi ferroviari della nostra Penisola la sicurezza non è garantita, nonostante l'attivazione di tali servizi sia un preciso obbligo normativo e rappresenti una misura a salvaguardia della tutela dell'incolumità delle infrastrutture dei plessi, delle migliaia di famiglie e dei passeggeri che ogni giorno attraversano e vivono le stazioni ferroviarie italiane.

Quanto emerso dall'interrogazione dell'Onorevole Carmela Auriemma aiuta a comprendere la necessità impellente di dover adottare subito i provvedimenti necessari a concludere la procedura a evidenza pubblica dei servizi di prevenzione e sicurezza, riuscendo a garantire la sorveglianza antincendio e la gestione delle emergenze nelle stazioni ferroviarie per tutelare i passeggeri e i lavoratori. Le tragedie e la non attuazione dei regolamenti non possono divenire notizia soltanto nel caso delle grandi emergenze e delle catastrofi alle quali siamo abituati, ma mai come in questo caso "prevenire è meglio che curare". Le infrastrutture pubbliche devono garantire la sicurezza e la certezza dei servizi e non divenire luoghi perpetui di insicurezza, non curanza e pericolo.

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