Gentilissimo On. Tajani, i 6 milioni e mezzo di italiani iscritti all'AIRE hanno ascoltato con piacere una bella frase del suo intervento alla Conferenza degli Ambasciatori. Lei ha detto che "Sono protagonisti della politica estera dell'Italia i molti italiani che vivono all'estero", citandoci perfino prima dei nostri militari in missioni di pace, di cui siamo orgogliosi, e degli imprenditori che promuovono il Made in Italy, sostenuti dall'italianizzazione dei gusti realizzata, in tutti i Paesi in cui viviamo, da noi expat, componenti della ventunesima regione italiana. Le scrivo perché la sua carica di Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale la rende, per legge, anche Presidente del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero.
Il CGIE è paralizzato da un anno in una sorta di metaverso, un incongruo mondo parallelo in cui lo si è imprigionato in una conclamata "ordinaria amministrazione", che però gli impedisce di convocare le riunioni ordinarie previste dalla legge istitutiva, perché si sostiene che tale status non consente di effettuare incontri che comportano spese. Dal momento dell'insediamento dei Com.It.Es., un anno fa, ci si chiede però di emettere i pareri previsti dalla legge attraverso il Comitato di Presidenza, "in caso di motivata urgenza". Anche quest'ultimo dovere si è praticamente limitato a confermare scelte di apertura di Ambasciate o elevazione di Consolati. Non ci è, però, stato chiesto il parere sulle previsioni di spesa inserite nella finanziaria ora in discussione in Parlamento, con grave danno potenziale per tutte le nostre comunità e per l'Italia.
Sappiamo, ma non ne siamo certi, che le cosiddette attività per gli italiani all'estero hanno subìto tagli per almeno 50 milioni di Euro, mettendo certamente in ginocchio la diffusione della lingua e la cultura italiana nel mondo, che traina il radicamento e il successo del Sistema Paese fuori dai confini, e riducendo al lumicino l'efficacia e l'esistenza stessa della rete degli organismi di rappresentanza di base, i Com.It.Es. e di sintesi e raccordo, il CGIE.
Signor Presidente, al di là delle aberranti interpretazioni di legge, tutto questo succede perché il rinnovato CGIE non ha potuto insediarsi, in attesa del decreto di nomina dei 20 Consiglieri di nomina governativa, che dev'essere firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. La proposta di enti e nomi è stata puntualmente inviata a Palazzo Chigi a giugno di quest'anno dalla Farnesina, ma il Presidente Mario Draghi non ha avuto il tempo di confermarla ufficialmente. Una nuova proposta, aggiornata ex lege, è stata quindi fatta pervenire alla Signora Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, subito dopo il giuramento del nuovo Governo e attende da quasi due mesi di essere firmata.
Onorevole Tajani, Signor Presidente del CGIE, fra le sue alte cariche lei ha rivestito quella di Presidente del Parlamento Europeo che, sotto la sua guida, ha raggiunto importanti decisioni che interessano tutti i cittadini dell'Unione, non soltanto gli italiani, che vivono fuori dai loro confini. Attualmente, lei ha anche la carica di Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e siede al fianco della Signora Presidente del Consiglio. I Consiglieri CGIE rieletti o neoeletti all'estero si associano a quanto espresso nelle interrogazioni parlamentari presentate separatamente (ma con lo stesso obiettivo di insediare al più presto il CGIE), prima dal Senatore Roberto Menia, poi congiuntamente dai Senatori eletti nella circoscrizione Estero Andrea Crisanti, Francesca La Marca e Francesco Giacobbe.
Come lei sa, il CGIE ha funzioni conoscitive, propositive e consultive, fra le quali ultime, come affermato nelle suddette interrogazioni, quella di formulare pareri al Governo sui capitoli di bilancio dello Stato a favore delle comunità italiane all'estero in materia di politica scolastica e promozione dell'insegnamento dell'italiano, formazione professionale e assistenza, servizi consolari, organi di informazione cartacea, radiotelevisiva e online. Su questo, in particolare, c'è molto da fare per sanare i vulnus apportati dalla legge sull'editoria entrata in vigore il 1° gennaio 2018. Ma questi pareri non ci sono stati chiesti.
C'è un'altra importantissima funzione del CGIE, quella programmatoria, che si esplica attraverso un altro organismo, la Conferenza permanente Stato – Regioni – Province autonome – CGIE, che ha: "Il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche del Governo, del Parlamento e delle Regioni per le comunità italiane all'estero". La Conferenza è convocata e presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri e si riunisce in assemblea plenaria almeno ogni tre anni. L'ultima plenaria si è tenuta a dicembre del 2021.
Nel documento finale gli attori della Conferenza chiedevano, all'unanimità, di dare continuità al lavoro di questa istituzione con una segreteria paritaria fra le componenti istituzionali, presso il CGIE, per l'effettiva realizzazione di quanto elaborato e approvato; la partecipazione del CGIE alla Conferenza Stato Regioni; la revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all'estero; il potenziamento del Sistema Paese in Italia e all'estero, coinvolgendo i componenti della Conferenza permanente nei tavoli di lavoro, concertazione e programmazione di interventi a livello italiano e internazionale. È passato un anno dalla plenaria. Ma tutte le comunità stanno soffrendo della nostra impossibilità ad adempiere ai compiti che la legge ci ha assegnato e che ci rendono protagonisti, come lei ha detto, della politica estera dell'Italia.
Signor Presidente del CGIE, Onorevole Tajani, la preghiamo vivamente di elencare alla Signora Presidente del Consiglio tutte le ragioni per le quali è assolutamente necessario e urgente che firmi il decreto di nomina, che consentirà a lei stesso di convocare la plenaria di insediamento del nuovo CGIE. Questo sarebbe davvero il miglior regalo di Natale che lei potrà farci. Grazie.
Silvana Mangione
Una dei 6 milioni e mezzo (e più) di cittadini italiani nel mondo.