di Fabio Porta
Tre quarti di secolo! 75 anni: il 1° gennaio 2023 celebriamo l'anniversario della Legge fondamentale e fondativa della Repubblica italiana, la Costituzione, approvata il 22 dicembre 1947 dall'Assemblea Costituente, eletta contestualmente al referendum sulla forma istituzionale dello Stato fra repubblica e monarchia del 2 giugno 1946 e riunitasi per la prima volta il 25 giugno dello stesso anno.
Per la prima volta in una consultazione politica nazionale, accanto a circa 12 milioni di uomini, votarono anche ben oltre 13 milioni di donne. Si recò alle urne complessivamente l'89,08% degli allora oltre 28 milioni di cittadini aventi diritto al voto. I risultati furono proclamati dalla Corte di Cassazione il 10 giugno 1946: 12.717.923 cittadini si espressero favorevoli alla repubblica e 10.719.284 invece favorevoli alla monarchia. Un esito, quindi, tutt'altro che scontato, in cui l'espressione delle donne è stata da più fonti considerata decisiva per la vittoria della nostra libera e democratica Repubblica Italiana.
Con il referendum del 2 giugno 1946 l'Italia scelse, come forma istituzionale, la repubblica, non perdonando alla monarchia gli errori che aveva commesso e che avevano condotto il Paese alla dittatura fascista e alla seconda guerra mondiale, passando per le tragiche leggi razziali del 1938. L'ultimo re d'Italia per un solo mese, Umberto II, ebbe la statura politica di accettare l'esito della consultazione, riconoscendo la vittoria repubblicana e partendo per l'esilio. Non cavalcò le ipotesi di eventuali brogli elettorali, in quanto la messa in discussione di un risultato comunque schiacciante avrebbe provocato instabilità ed arrecato danni irreparabili ad una nazione già fortemente impoverita dalle conseguenze della guerra da poco terminata.
La nuova Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio del 1948 e pochi mesi dopo, il 16 aprile, Italia si trovò nuovamente spaccata con le elezioni del primo Parlamento; anche in quel caso il senso dello stato delle pur distanti parti politiche evitò in Italia una drammatica guerra civile, diversamente da quanto avvenne in Grecia. Si poté avviare la ricostruzione nazionale e pochi anni dopo si realizzò il "boom" economico, che trasformò il Paese. Solo alla fine degli anni '70, per superare la stagione del terrorismo, e più recentemente in occasione della pandemia, ci sono stati periodi di convergenza di intenti politici, analoghi a quelli creatasi nella Costituente.
La Costituzione dovrebbe essere oggi letta e rivalutata da tutti, dai giovani in primo luogo ma anche dalle nostre grandi collettività che vivono all'estero perché contiene i fondamenti sui quali è nata la nostra Repubblica democratica; un documento del quale è importante conoscere appieno l'origine e la storia, affinché se ne possa compiutamente apprezzare il valore delle conquiste politiche e sociali che essa ha consentito e garantito in settantacinque anni di vita costituzionale.
Per noi, italiani all'estero, l'anniversario della Costituzione deve essere anche un momento di riscoperta orgogliosa delle nostre radici nel sentirci parte di una comunità sociale e politica che fa dei propri diritti e dei propri doveri la base fondativa della cittadinanza piena. Una cittadinanza che va vissuta partecipando alla vita della nostra collettività nelle sue variegate forme associative e partecipative, e che va coniugata in maniera corretta e rispettosa con l'appartenenza ai nostri Paesi di residenza e alle loro collettività nazionali.