Caro Direttore, cari Lettori,
Abbiamo scritto, piú di ogni altro mezzo stampa, chilometri d'inchiostro su uno dei casi più strani e drammatici che siano successi ad un cittadino italiano in suolo uruguaiano. Stiamo parlando, ovviamente, del caso Ventre. Ormai siamo a 2 anni dalla tragedia che ha ucciso (forse aveva una divisa) Luca Ventre, un giovane disperato che ha scavalcato il muro della sede diplomatica italiana chissá perché, il primo gennaio 2021.
Nessuno lo ha ascoltato, nessuno lo ha accolto, nessuno ha protetto la sua integritá e, anche se p robabilmente era affetto da qualche squilibrio mentale, Ventre è stato ucciso come George Floyd a Minneapolis, con un ginocchio di un agente di polizia sul suo collo per lunghi, interminabili 37 minuti.
Scartiamo l'attacco al cuore, l'ictus o qualsiasi altro tipo di morte incidentale..... Ventre è stato ucciso forse dall'inettitudine, ma è stato ucciso. 2 anni di calvario per la famiglia, 2 anni di incertezze, di passeggiate per i cortili di una corte, di un ufficio di un PM a Montevideo o a Roma........ma nessuna risposta...nessuna.
Sarebbe facile puntare il dito contro qualcuno, le autorità diplomatiche italiane, la polizia uruguaiana, Pinco o Pallino. Il nostro lavoro non é quello di imbrogliare o, peggio, come sostengono alcuni attori italiani locali, di dividere la collettività. É quello di esporre le verità che appaiono da fonti veraci ed è quello che facciamo dal secolo scorso.
Luca Ventre è una vittima dell'inefficacia, della mancanza di comprensione e sensibilità, ma anche della mancanza di giustizia, sia da parte italiana che da parte uruguaiana.
Come abbiamo giá pubblicato, secondo la Giustizia Italiana e secondo la ricostruzione dei fatti realizzata dalle autorità uruguaiane, contro ogni versione della famiglia, "la morte di Luca, sarebbe stata causata da un mix tra la cocaina che l'uomo aveva consumato nei giorni precedenti all'evento e i farmaci calmanti che i medici gli somministravano al momento dell'arrivo in ospedale", insomma, hanno fatto intevenire Ponzio Pilato e con questa versione, la giustizia determina che non esiste responsabilità alcuna da parte di nessun attore che sia intervenuto nella vicenda. Quindi né la medico legale Natalia Bazán che "avrebbe curato il caso", né il poliziotto Ruben Do Santos che, per 37 minuti, ha mantenuto un ginocchio sul collo di Luca per immobilizzarlo, hanno nessuna responsabilità per la morte del Ventre.
Troppi punti oscuri su questa vicenda! E lo Stato dov´é?
STEFANO CASINI