Dopo Isabella Rauti, anche il Presidente del Senato nel giorno di Santo Stefano ha celebrato con un post su Instagram - pubblicato ieri e modificato questa mattina - il 76esimo anniversario della nascita del Movimento sociale Italiano. La sottosegretaria alla Difesa aveva parlato di "radici profonde che non gelano mai" nel ricordo di Pino Rauti e anche Ignazio La Russa ha voluto omaggiare il padre "che fu fra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana.. "Ma definire "democratico" il Msi ha scatenato la polemica e su Twitter si alzano anche le voci di esponenti Pd che chiedono le dimissioni di entrambi gli esponenti della maggioranza. "Solo qualche giorno fa hanno giurato sulla costituzione antifascista ed ora esaltano fondatori, nascita e storia del Msi.
Isabella Rauti e Ignazio La Russa sono incompatibili con i loro ruoli di governo e istituzionali. Una deriva culturale inqualificabile. Dimissioni" tuona Stefano Vaccari, deputato dem. Al coro si aggiunge anche il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che in una nota definisce "inaccettabile che la seconda carica dello Stato esalti il Msi, partito neofascista nato dalle macerie della Repubblica di Salò, alleata dei nazisti, antisemita e nemica della democrazia. Pur rispettando il ricordo dei genitori, il presidente La Russa e la sottosegretaria Rauti non possono ricoprire i loro ruoli istituzionali e non distinguere il fascismo dalla democrazia". Vaccari chiama in causa anche la premier: "Il presidente Meloni reputa che la condanna delle leggi razziali è compatibile con la permanenza nel governo di chi, ancora oggi, esalta un partito fascista? La Russa e Rauti farebbero bene a dimettersi".
Emiliano Arrigo, portavoce del Presidente del Senato, prova a stemperare: "Mi domando se chi strumentalmente sta polemizzando contro il Presidente del Senato abbia veramente letto il suo post nel quale ricorda il padre". Ma non basta a placare la polemica. Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) scrive in un post su Facebook: "Con tutto il rispetto per i suoi affetti familiari, l'onorevole La Russa non ha ancora capito che è il Presidente del Senato della Repubblica antifascista e non il responsabile dell'organizzazione giovanile del Msi. Il suo post è uno sfregio alle istituzioni democratiche". E interviene anche la presidente delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni.
"Si celebrano oggi i 75 anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana, l'affermazione della nostra democrazia antifascista. Eppure c'è chi ritiene di esaltare un altro anniversario, quello della fondazione del Msi, partito che, dopo la caduta del regime fascista, si è posto in continuità ideologica e politica con la Rsi, governo dei fascisti irriducibili che ha attivamente collaborato per la deportazione degli ebrei italiani. Grave che siano i portatori di alte cariche istituzionali a ribadirlo, legittimando quei sentimenti nostalgici. Noi - prosegue Di Segni nella nota - ribadiamo l'aspettativa di sentire condannare non solo le leggi del '38 come male assoluto ma il fascismo e la sua propaggine della Rsi come male per l'intera Italia, così come la sua eredità prima celata e oggi sempre più manifesta. Le leggi razziali non furono emanate nel vuoto cosmico, ma da un sistema di prevaricazione e violenza e nel condannarle oggi va ricordato il peso della dittatura e di chi le ha emanate. La responsabilità istituzionale e la coerenza costituzionale impongono oggi la rinuncia a ogni sentimento nostalgico".