Sulla carta d'identità dei minori "rimarrà scritto madre e padre". Eugenia Roccella, ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, si esprime così sul tema dei documenti dei figli di due madri o di due padri. Le coppie formate da due mamme o due papà, dice Roccella, "possono sempre fare ricorso".
La linea quindi è diversa rispetto a quanto stabilito a novembre dal tribunale civile di Roma, secondo cui la corretta dicitura sul documento di un minore è quella di 'genitore' e non quella di 'padre' e 'madre'. Il tribunale, nel caso specifico, ha accolto il ricorso presentato da due madri, quella legale e quella adottiva, contro un decreto del gennaio 2019 dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini.
"Le parole mamma e papà non si toccano", twitta la Lega proponendo le parole di Salvini, oggi ministro delle Infrastrutture nel governo di Giorgia Meloni. "Sulla carta d'identità dei minori rimarranno le diciture 'padre' e 'madre'. Una piccola grande vittoria, frutto del buon senso, in difesa dei diritti dei nostri figli", twitta Daniela Santanchè, ministro del Turismo. "Mentre festeggia il suo Natale il governo mette alla gogna i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno. E meno male che c'era il ministero della natalità", afferma in una nota Rosario Coco, Presidente di Gaynet, sulla dicitura madre e padre nelle carte d'indentità.
"Nonostante la recente sentenza del tribunale di Roma, il governo decide di mantenere la dicitura madre e padre nelle carte di identità. - continua Coco - Secondo il governo si tratterebbe solo di un caso specifico e le famiglie omogenitoriali possono comunque fare ricorso. In pratica, per evitare un documento falso ai loro figli e figlie le famiglie arcobaleno devono passare da un tribunale investendo migliaia di euro. Sembra di commentare un film distopico ma purtroppo è la realtà".