Ancora un morto in Iran. Ancora un giovane. Prosegue la mattanza nel Paese dove da oltre tre mesi divampano le proteste a seguito della scomparsa di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo. L'ultimo episodio di cronaca, in ordine di tempo, lo ha riportato Bbc Persia, citando un account Instagram e pubblicando la foto della vittima, Mehrdad Malek. In pratica, il ragazzo sarebbe stato ucciso dagli agenti mentre stava tornando a casa ad Ardaq, nella provincia di Qazvin. Secondo una prima ricostruzione, si trovava in auto con un amico. Una pattuglia li ha inseguiti ma a un certo punto si è impantanata nel fango. A quel punto sarebbe stato aperto il fuoco.
Una situazione infernale, quella che si registra in Iran, dove donne e uomini sarebbero costretti a denudarsi davanti ai poliziotti. Storie strazianti, queste, che sono state riferite a Iran International da alcuni manifestanti vittime di molestie sessuali e violenze mentre erano detenuti dalle forze di sicurezza. Vicende atroci, che – come ha sottolineato Iran International – "sono molto difficili da verificare, a causa della paura delle vittime di rivelare informazioni personali e di ritorsioni contro di loro e le loro famiglie". Per esempio, una delle vittime ha dichiarato di essere stata denudata, davanti agli ufficiali della guarnigione di Vali Asr, a Teheran, insieme ad altre persone arrestate. Nell'occasione, sarebbero stati palpeggiati nella zona dei genitali e spruzzati con dell'acqua fredda, oltre a essere colpiti con il taser per obbligarli a rilasciare "confessioni", sia contro se stessi che contro gli altri.
Nel frattempo, sarebbe stata annullata la condanna a morte di Hamid Qarahasanlou, medico radiologo iraniano arrestato con la moglie Farzane durante gli scontri delle scorse settimane a Karaj. Questo è quanto scritto dal quotidiano Etemad, citando la sorella di Hamid, Fatima: "La famiglia è stata informata dell'annullamento della condanna a morte – ha detto – fortunatamente, dopo aver esaminato i documenti, si è constatato che la legge marziale per mio fratello non era corretta e questa sentenza è stata annullata". Al momento, le fonti ufficiali della magistratura non avrebbero confermato la notizia rilanciata da Bbc Persia. Qarahasanlou, che da par sua aveva negato tutte le sue accuse in tribunale, è tra i prigionieri politici delle recenti proteste a cui è stato negato il diritto di avere un avvocato. La sorella, inoltre, ha spiegato a Etemad: "C'è una possibilità di rilascio temporaneo di Hamid su cauzione fino alla prossima udienza in tribunale".
In ultimo, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha raccontato: "Ho convocato l'ambasciatore iraniano per manifestargli l'indignazione e la preoccupazione dell'Italia per quanto sta accadendo nel Paese. Ho ricordato che non è una questione di ordine pubblico uccidere una bambina di 12 anni, di 14 anni o un ragazzo di 17. Non ha niente a che vedere con la tutela della sicurezza nazionale del Paese. Ci auguriamo che l'Iran risponda positivamente alla richiesta dell'Italia". Tajani ha poi continuato: "O vengono sospese le esecuzioni o continueremo a condannare con grande fermezza ciò che sta accadendo. Noi difendiamo i diritti umani, la libertà di stampa e la libertà di manifestare. Avevamo sperato che con la liberazione di Alessia Piperno ci fosse un'inversione di tendenza, ma purtroppo così non è stato. Quindi, la posizione dell'Italia è stata ufficialmente riferita all'ambasciatore".