di Marco Benedetto
Sinistra in crisi, quasi in liquefazione. Ne discutono un po’ tutti, nel Pd e nei dintorni. Tira aria di scissione, da un secolo malattia ormai congenita della sinistra italiana.
Intanto Giorgia Meloni continua a crescere nei sondaggi. Resto in attesa di quando gli italiani delusi le faranno fare la fine di tutti quelli che l'hanno preceduta. Sempre col caveat che dietro il sorriso di Giorgia c’è il baffo di La Russa.
Vorrei provare a analizzare le tappe che hanno portato il partito del sol dell’avvenire, nipotino del grande Partito Comunista e della grandissima Democrazia Cristiana, alla accozzaglia di acrimoniosi, lamentosi, burocrati.
Secoli di progresso e crescita di benessere - Negli ultimi secoli il progresso ha generato una ricchezza tale che tutti o quasi tutti oggi viviamo come pochi nel passato.
Dalle condizioni igieniche alla alimentazione al vestiario al riscaldamento-condizionamento: lunga è la lista dei benefici che distinguono la vita della maggior parte di noi rispetto ai nostri avi.
Quello contro cui gli scemotti retori antiglobalizzazione inveiscono è solo uno dei tanti benefici del progresso. La globalizzazione è sempre esistita, forse fin dai tempi di è . Il mondo è cresciuto grazie al commercio generatore dì ricchezza. Solo che in passato era esclusiva dei beni di lusso il viaggio a lunga distanza ( via dell’ambra o della seta). Oggi il basso costo dei trasporti rende conveniente portare oggetti da pochi euro dalla Cina all’Italia. Costa meno stampare in Cina che in Europa, trasporto incluso.
La distribuzione del benessere generato dal progresso e dalla globalizzazione non avviene in condizioni uguali nelle varie regioni del mondo. E non lo sono nemmeno all’interno di uno Stato.
Ma c’è poco da fare. Il comunismo, l’utopia più bella e entusiasmante, non c’è riuscito.
Non si è arrivati alla attuale diffusione di benessere per spinta di naturale evoluzione se non in parte.
(Le guerre e le ricostruzioni post belliche, l’allargamento del mercato europeo, l’accelerazione impressa al mercato globale da tecnologia e evoluzione dei trasporti, la fine della predominanza agricola hanno tutti pesato).
La spinta della sinistra - Da propulsore a questa ciclopica redistribuzione di ricchezza ha agito la spinta della sinistra.
Agnelli diceva: come faremmo a redistribuire se non ci fosse stato Valletta a accumulare.
A spingere per la redistribuzione furono una serie di fattori.
La pressione esercitata dai partiti e movimenti di sinistra è stata decisiva anche se con attori e modi differenti.
In Germania la destra più feroce ha giocato d’anticipo, svuotando la spinta proletaria. Cominciò Bismarck, perfezionò Hitler, proseguirono nella DDR il regime comunista e nell’ovest il sistema consociativo che è alla base della loro prolungata pace sociale, da noi tenuto in grande spregio a destra come a sinistra.
In Italia le lotte sono state lunghe e aspre. In tutte le forme, anche le più estreme. Vado contro la vulgata dominante ma non ho dubbio che negli anni ‘70 il terrorismo godeva di consenso, silente ma diffuso, fra gli italiani di tutte le classi.
Quelle lotte furono appoggiate indirettamente dalla presenza della Armata Rossa a poche ore di macchina dal confine orientale.
A sinistra c’era anche l’odiato Craxi - Fu la sinistra al potere sotto specie di partito socialista (l’odiato Craxi) e anche molto come Democrazia Cristiana) che impose all’Italia una redistribuzione di ricchezza che svuotò la spinta eversiva e diede a quel 40 per cento di italiani passati da contadini a cittadini condizioni di vita mai sognate in passato nemmeno dai ricchi: dall’acqua calda corrente alla settimana bianca a un sistema sanitario che in America si sognano.
Va ricordato che quel titanico sforzo fu solo in parte finanziato da effettiva distribuzione di ricchezza accumulata. Molto fu grazie a debiti contratti soprattutto con le banche americane. Grazie a quel denaro fu sconfitto il comunismo in Italia ma, una volta finita l’Urss, nessuno in Italia e negli USA ha voluto riconoscere i meriti. Craxi è morto latitante e esule e le banche non hanno fatto sconti.
E venne il giorno in cui era rimasto ben poco da redistribuire. Non solo. Diventava necessario qualche passo indietro, qualche taglio.
La vocazione italiana alla autarchia non poteva fingere di non sapere che la nostra economia è una ruota, grande ma sempre una ruota, di un gigantesco ingranaggio che è l’economia globale. Chi esce è perduto, gli inglesi cominciano a capire qualcosa dopo Brexit.
I vincoli moralistici che frenano l’Italia - Così venne il pareggio del bilancio nazionale corrente, merito mai vantato di Giulio Tremonti. Purtroppo lo segui l’infausto governo Monti che mandò in rovina settori come la nautica, e con essa qualche punto di Pil.
La spinta alla crescita si è esaurita, anche grazie ai tanti vincoli moralistici imposti all’Italia negli ultimi anni.
Il contrasto alla malavita e alla mafia è materia di polizia. Sperando di rendere più facile quella lotta, la sinistra ha imbavagliato l’economia senza grandi risultati.
Tuttavia, pur con aggiustamenti, le condizioni di vita generali degli italiani se non sono migliorate non sono neppure peggiorate più di tanto.
E qui veniamo agli errori e ai limiti della sinistra.
Invece di intestarsi i meriti di gran parte di quel che abbiamo, la sinistra si avvita su lamenti e recriminazioni che la rendono minoritaria.
Un popolo di analfabeti e contadini - Invece di ricordare agli italiani che al momento dell'unità d’Italia 85 su cento erano analfabeti e alla fine dell'ultima guerra nove su dieci eravamo poveri. Mentre oggi l’Istat dice che un italiano su dieci è povero, piangono per quel povero su 10. Senza ricordare agli altri che da poveri sono diventati quello che siamo oggi, di chi è il merito. Anzi insistono, alimentando un odio sociale di cui peraltro non beneficia il Pd ma i grillini.
Un bell’esempio di carità cristiana ma di poca efficacia sul piano del consenso.
Lo stesso vale per tutte le nobili cause che si intesta il Pd, cui fanno eco, con più cinismo, spregiudicatezza ma anche pragmatismo i 5 stelle.
Minoranze sessuali (diritti) marginalità economiche (i presunti poveri del sud e anche del nord). Tutte nobili cause per quel nucleo di borghesi che guida la sinistra.
I politici non sono gente come la maggior parte di noi. I più non hanno mai lavorato, non amano il lavoro, adorano le lunghe estenuanti riunioni, seguono slogan precotti, non hanno molta capacità di pensiero autonomo.
È bastato un comico che personalmente non mi è mai piaciuto per inventare un partito che raccolse un terzo dei consensi.
Il macinino della sinistra senza chicchi da macinare -
Gli ex comunisti e democristiani confluiti nel Pd annaspano non a caso. È come il macinino elettrico quando manca il caffè. Continua a macinare ma a vuoto.
Così tutti quei personaggi che da 30 anni ingombrano i giornali, sono disprezzati in misura sempre crescente dalla gente che lavora tutti i giorni otto ore più straordinari.
I politici della sinistra di oggi sono bravissimi nella tecnica politica. Conoscono tutti i trucchi, sanno come uccidere gli avversari. Hanno letto tutti le sintesi del “Principe “.
Ma non hanno letto Marx. E nemmeno forse qualche Bignami di storia.
I diritti sono un bene borghese. La lezione viene dalla ex Urss. E anche un po’ dall’Iran ai tempi dello shah come ora con gli Ayatollah.
A noi gente comune interessa quel che è alla base della vita di tutti da che mondo è mondo. Le tasse in primo luogo. La storia, dai tempi degli Assiri, riporta rivolte e rivoluzioni per le tasse non per i diritti quali che siano.
E poi quel che possiamo comprare con quanto il sovrano ci lascia dopo il prelievo fiscale: cibi, abiti, mezzi di trasporto.
L’Italia soffre di una aggravante, la burocrazia che tutto limita e frena.
Fu un sistema da uno Stato regionale a base agricola. Nessuno è stato capace di adattarla ai cambiamenti intercorsi nel mondo nel primo mezzo secolo del regno.
Non ci riuscì Mussolini che pure teneva per se vari ministeri. Non ci riuscirono con la Repubblica democristiani e sinistra. Avrebbero perso consenso sindacale e elettorale.
Non mi illudo. Non ci riuscirà la attuale maggioranza che ci governa, divisa fra i tre partiti, con interesse contrastanti da tutelare.
If you do not deliver - C’è una espressione americana che si addice alla storia politica italiana post caduta del muro di Berlino: if you don’t deliver, se non consegni i risultati promessi.
Così erano arrivati, alle elezioni o nei sondaggi, sopra il 30% Berlusconi , Grillo, Renzi, Salvini. Vedete come sono ridotti ora. La loro parabola si di monito alla Meloni. Peraltro c’erano arrivati anche Dc e Pci. Per non menzionare l’Uomo Qualunque e il post Mani pulite di Antonio Di Pietro.
La gente li ha votati sperando. Poi si sono resi conto dell'impossibilità di realizzare quanto promesso se non in parte che peraltro non era poco.
Ma Dc e Pci hanno ottenuto comunque risultati straordinari. Peccato che sia stato a loro insaputa. Tanto bravi a promettere, i politici della sinistra non sono stati altrettanto capaci nel rivendicare i loro meriti. E così siamo ridotti fra Meloni e Conte in attesa del peggio.
Ricordo che Conte stava uccidendo l’Italia in nome del covid. Temo che il governo Meloni darà il peggio prima del peggio.
Il fallimento come riformatore di Mussolini, che pure aveva in mano più di un ministero, è un esempio accantonato di fronte a colpe più gravi. Invece andrebbe analizzato per bene per capire i mali dell’Italia di oggi.
Poi c’è stato il Pci che prometteva un futuro migliore e brandiva la questione morale mentre prendeva i soldi dai sovietici.
Quando Pci e Pds hanno scoperto che i loro elettori davano per acquisito il benessere e volevano l’impossibile di una buona amministrazione era troppo tardi. C’era poco da fare per tutta una serie di conflitti di interesse. In primis i sindacati la cui base confligge con interessi più generali. Nessuno ricorda più il crollo di consensi quando nel ‘92 i sindacati si fecero carico degli interessi nazionali e rinunciarono a una grande conquista come la scala mobile, l’adeguamento automatico delle retribuzioni all’inflazione.
Poi c’è stato il Pci che prometteva un futuro migliore e brandiva la questione morale mentre prendeva i soldi dai sovietici.
Quando Pci e Pds hanno scoperto che i loro elettori davano per acquisito il benessere e volevano l’impossibile di una buona amministrazione era troppo tardi. C’era poco da fare per tutta una serie di conflitti di interesse. In primis i sindacati la cui base confligge con interessi più generali. Nessuno ricorda più il crollo di consensi quando nel ‘92 i sindacati si fecero carico degli interessi nazionali e rinunciarono a una grande conquista come la scala mobile, l’adeguamento automatico delle retribuzioni all’inflazione.
Per non parlare del tema dei migranti, con rete di aiuti che è anche rete di consenso della sinistra.
Per nostra buona sorte siamo in un mondo globale, nel grande sistema coloniale americano, dove altri Stati funzionano meglio che da noi, facendo percolare anche da noi un po’ di benessere.