A venti anni esatti dall'inizio del suo primo mandato e in un clima di forte tensione per il rischio di un attentato da parte di fanatici dell'estrema destra, il progressista Luiz Inacio Lula da Silva ha assunto la presidenza del Brasile. Nel suo discorso di insediamento di fronte alle Camere riunite Lula ha denunciato l'inedito clima di violenza politica che pervade il Paese, ha sottolineato la tenuta delle istituzioni democratiche e ha espresso il desiderio di poter pacificare il Paese.
"Lancio un messaggio di speranza e costruzione", ha detto il capo dello Stato, sottolineando ad ogni modo che il suo governo "risponderà alla violenza con la legge".
La cerimonia di insediamento è stata accompagnata da un eccezionale spiegamento delle forze di sicurezza a fronte del pericolo di un nuovo attentato e delle minacce pervenute da parte di fanatici parteggiatori del presidente uscente, Jair Bolsonaro.
A conferma delle preoccupazioni delle autorità, durante la giornata un uomo in possesso di un coltello e di esplosivo è stato bloccato dalla polizia militare del Dipartimento federale all'ingresso della zona delle celebrazioni. Nonostante il suggerimento delle autorità di Sicurezza per le concrete minacce ricevute, Lula ha deciso di sfilare per le strade di Brasilia a bordo della tradizionale Rolls Royce decappottabile piuttosto che all'interno di un veicolo blindato.
I rischi per la sicurezza non hanno frenato neanche l'euforia dei sostenitori del leader progressista, riversatisi a migliaia nella capitale per celebrare il ritorno di Lula e assistere alla kermesse musicale organizzata al margine dell'insediamento e battezzata con il suggestivo nome "Festival Futuro". Il clima di tensione che ha caratterizzato la cerimonia anticipa e descrive ad ogni modo una delle principali sfide che attende il nuovo presidente nei prossimi quattro anni alla guida del Brasile.
Lula assume il potere nel contesto di un clima politico fortemente polarizzato, con una parte dell'elettorato fedele all'ex presidente Bolsonaro che non riconosce la sua vittoria e che ha cercato di scongiurare in tutti i modi, anche con l'aiuto dei militari, "il ritorno del comunismo al potere". In questo contesto si è affacciato in Brasile nelle ultime settimane anche lo spettro del terrorismo con il fallito attentato con un'autobomba del 25 dicembre con l'obiettivo di creare "caos". Lula può godere ad ogni modo del pieno sostegno della comunità internazionale. Alla cerimonia del suo insediamento erano presenti 19 di capi di Stato - incluso il re di Spagna, Filippo VI - e rappresentanti di 120 paesi. Assente invece il venezuelano Nicolás Maduro, la cui presenza era stata prima annunciata e poi smentita dallo stesso ministero degli Esteri brasiliano.