Una telefonata di otto minuti per essere felici e riscoprire la profondità di un'amicizia. Questo è l'esperimento di una giornalista del New York Times per provare a combattere una società in cui tutti corrono, non ci sono pause e i rapporti sociali si perdono col passare del tempo. "Ho scelto una mia amica che conosco da oltre trent'anni ma con cui non sono mai riuscita a entrare davvero in contatto", ha spiegato Jane Dunn sottolineando il motivo di questo distacco è: un lavoro troppo impegnativo, la mancanza di tempo, la fretta costante di raggiungere luoghi e attività. L'assenza, forse, di felicità. La cronista ha dimostrato che tutto questo si può superare in 8 minuti di telefonata. Ben 480 secondi, non casuali, ma segnati in agenda, a cui non si può sfuggire. Bisogna scegliere una data e un'ora e non rimandare quell'appuntamento per nulla al mondo. "Mi sembra strano", ha risposto la sua amica. "Anche il presidente degli Stati Uniti potrebbe dedicare 8 minuti della sua giornata a una telefonata", ha ribadito incalzandola Dunn facendola cedere. Quella chiamata "s'ha da fare", insomma. Come è andata la telefonata "All'ora stabilita, le feci uno squillo". Ed è stato come ritrovarsi, spiega Dunn. "In breve tempo abbiamo parlato della salute delle nostre madri, abbiamo fatto progetti per il compleanno, abbiamo spettegolato su un amico che si è bruscamente licenziato e si è trasferito in una piccola città messicana, ci siamo scambiati consigli sui libri e abbiamo esplorato la possibilità di una vita dopo la morte (verdetto: non ne siamo sicure)". Niente silenzi imbarazzati ma la volontà di recuperare quello che si era perso. Ma il tempo scorre, rapido, e la telefonata finisce. "Abbiamo buttato giù un argomento dopo l'altro prima che Tina annunciasse che i nostri otto minuti erano finiti e che, inoltre, era arrivata in tintoria". L'esperimento, però, era riuscito. I rapporti erano riallacciati, la vita era ripresa a scorrere con maggiore felicità. "Riattaccai, sorridendo e canticchiando un motivetto. Mi era mancata e me ne ero reso conto solo quando avevo sentito la sua voce. Mi sorprese anche la quantità di argomenti trattati senza che la telefonata risultasse frettolosa. Il nostro legame è stato breve, ma reale". Dal virtuale al reale, nonostante la distanza e la presenza dei telefonini come mezzo di comunicazione. Una sfida per tutti Dunn invita tutti ad adottare questa buona pratica. "Oggi dovete pensare a una persona che amate: qualcuno che vi manca, qualcuno con cui vorreste essere in contatto più spesso. Inviate a quella persona un breve messaggio chiedendo di poter parlare al telefono per otto minuti, possibilmente oggi, ma se non è possibile, programmatelo per questa settimana". La giornalista suggerisce anche il testo da inviare per far partire l'esperimento: "Ciao! Ho letto questo articolo sul New York Times e mi ha fatto pensare a te. Vuoi fissare una telefonata di otto minuti questa settimana? Una volta trascorsi gli otto minuti, decidete insieme quando sarà la prossima volta che vi incontrerete, quindi rispettate l'impegno di tempo". L'obiettivo è semplice: riattaccare per godersi quel piccolo bagliore di benessere. I vantaggi di questo esperimento Bob Waldinger, professore di psichiatria alla Harvard Medical School e autore del nuovo libro "The Good Life: Lessons From the World's Longest Scientific Study of Happiness", ha spiegato al giornale americano che la maggior parte delle persone impegnate "tende a pensare che in un futuro imprecisato avremo un 'surplus di tempo', in cui saremo in grado di connetterci con i vecchi amici". Gli otto minuti, spiega, "sono un periodo di tempo breve, ma è suffciente per fare molto, ed è abbastanza profondo da far scattare tutti gli elementi, le sensazioni, le emozioni di un legame". Una telefonata a distanza ha inoltre il vantaggio di eludere tutte quelle remore causate dal concordare "un'uscita" e tutte le conseguenze che questo impegno puà comportare, aspettative comprese. Gli 8 minuti, infine, risolvono anche la questione di quando interrompere la telefonata. Uno studio del 2021 ha esaminato 932 conversazioni tra coppie di persone e hanno scoperto che quasi mai terminavano quando entrambe le persone lo desideravano. Alcuni preferivano continuare, mentre altri sentivano che l'interazione si trascinava troppo a lungo. Quando una persona chiude la conversazione troppo presto, scrivono i ricercatori, o chiacchiera ignorando i segnali standard di conclusione, il risultato è il cosiddetto "problema di coordinamento". I ricercatori hanno spiegato inoltre che quando le persone ricevono brevi telefonate un paio di volte alla settimana, i loro livelli di depressione, solitudine e ansia si riducono"rapidamente" rispetto alle persone che non ne ricevevano. E allora appare ancor più vero quello che Waldinger scrive: "Pochi aggiustamenti alle nostre relazioni più preziose possono avere effetti reali su come ci sentiamo e su come percepiamo la nostra vita - una miniera d'oro a cui non prestiamo abbastanza attenzione".