Franco Esposito
Si allarga fino a dilatarsi la crisi delle big tech. Il rischio è che possa rivelarsi irreversibile. Senza ritorno. Amazon parla di difficoltà conclamate e insormontabili. E si regola di conseguenza: in arrivo diciottomila licenziamenti. Almeno ottomila in più rispetto a quelli annunciati a novembre 2022. Previsti tagli anche in Europa. La fase difficile non riguarda però solo Amazon, coinvolge anche Musk e Apple. Quella col simbolo della mela punta sulla cinese Luxhare Precision.
I licenziamenti annunciati da Amazon rappresentano la riduzione pià consistente di forza lavoro nell'ultimo anno. Almeno nell'ambito delle bich tech statunitensi. L'ampio e doloroso taglio annunciato va ad aggiungersi agli almeno tremilacinquecento licenziamenti decisi da Twitter, in seguito all'arrivo di Musk. Agli oltre undicimila a Facebook e ai settemila di Sales force, azienda specializzata in software aziendali e cloud computering. La soscietà ha annunciato a dicembre il taglio del 10% dei suoi 79mila dipendenti.
La notizia della nuova ondata di licenziamenti decisa da Amazon è arrivata dopo le indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal. "Aspettiamo di solito, prima di pubblicare certi risultati fino a quando non possiamo parlare con le persone direttamente interessate", ha scritto in un suo fondo di prima pagina Andy Jassy, al comando della società da luglio 2021. Ma uno del team di Amazon ha fatto trepelare la notizia dei licenziamenti imminenti, il giornale ha ritenuto opportuno di renderla pubblica. "Abbiano deciso di condividere queste notizia prima in modo che il lettore possa apprendere i dettagli direttamente da me".
Sarebbe chiara la motivazione all'origine della poderosa, clamorosa, sconvolgente ondata di licenziamenti programmata da Amazon, abbandonata dal suo fondatore nel 2021. Jeff Bezos ha lasciato il ruolo di Ceo a luglio di quell'anno. Hanno causato complicazioni innserie le rapide assunzioni negli anni della pandemia, quando gli ordini online sono cresciuti in maniera esponenziale.
Quelle esigenze sono sproporzionate rispetto alle necessità di oggi. La riduzione corrisponde esattamente all'1,2% del milione mezzo di dipendenti nel mondo e interessa soprattutto il comparto degli impiegati nei negozi e le divisioni Experience, People and Tecnology. Il 18 gennaio arriveranno in tutto il mondo le lettere di licenziamento. Meta, la casa madre di Instagram e Amazon, ha ricevuto una multa di 390 milioni di euro per "violazione delle regole sulla privacy".
Mentre non è dato sapere e capire come e quando Elon Musk riuscirà a risollevare i bilanci di Twitter. La questione è avvolta nella nebbia più fitta. Un vero e proprio mistero. La Tesla di Musk, poi, ha perso oltre la metà del suo valore in Borsa. Wall Street Apple, intanto, ha stabilito un nuovo record, sotto forma di un traguardo decisamente non invidiabile: in dodici mesi ha perso un terzo della ricapitalizzazione, da 3.000 a 2.000 miliardi di dollari.
In questo palese, accertato, conclamato stato di crisi mondiale, non mancherà di spargere discussioni e polemiche la decisione di Cupertino di inserire a libro paga un "nuovo produttore per i modelli premium di iPhone e per alleggerire la dipendenza dalla thailandese Fox-conn. Secondo il Financial Times, l'azienda avrebbe individuato il soggetto ad hoc appunto nella cinese Lunshare Precision.
La massa enorme di licenziamenti annunciata da Amazon fa pendant con le trattative in corso per la cessione di Ita. La compagnia area che ha preso il posto (e non solo) di Alitalia sommersa dai debiti. Ita e Luftghansa sarebbero vicine alla conclusione di una vicenda che, sinceramente, comincia a diventare sconcertante, non solo stucchevole, pesantissima.
Detto e preecsato che ora Ita vale meno, la notizia dell'accelerata di Lufthansa è di provenienza tedesca. L'ha data Frankduffer Alogeme Zeitung in un articolo dal titolo "In arrivo odata di acquisizioni nel settore del trasporto aereo".
Il quotidiano tedesco riporta la seguente informazione: "Lufthansa è in procinto di acquisire Ita e di ottenere una nuova filiale. A quanto trapela da fonti del settore, i colloqui sarebbero molto avanti e una conclusione sembra vicina". Il giornale è dell'avviso che "l'ingresso della compagnia tedesca in Ita rimane conveniente, soprattutto perché Lufthansa insiste su una valutazione inferiore di Ita, in perdita".
Ita era stata valutata un anno fa 1,4 miliardi di euro: ora si parla di circa 500 milioni di euro, Lufhtansa entrerebbe in quota capitale, di minoranza. La somma prevista da impiegare da parte della compagnia di bvandiera tedesca sarebbe di 250 milioni di euro. Il giornale dimostra di essere in possesso di una certezza che aprirebbe il cuore a molteplici speranze, se fosse vera davvero. "La fase in cui le compagnie aeree non avevano praticamente soldi per gli acquisti stra finendo".
Positivo il commento del presidente dell'Associazione Nazionale Piloti, Marco Veneziani: "Finalmente dalle ceneri della vechcia Alitalia, Ita ha trovato un suo assetto e sta andando bene. La privatizzazione è una buonissima cosa e ottima la soluzione con Lufthansa, grande e affidabile partner".
Ma la domanda è: quante volte negli ultimi mesi sembrava fatta per l'ingresso di partner disposti ad acquisire quote di Ita? Si è perso il conto. Quindi, prudenza. Consigliamo massima prudenza.