Il Vaticano riapre il caso Emanuela Orlandi. A 40 anni dalla scomparsa, il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi, insieme alla Gendarmeria, hanno deciso di riaprire le indagini.
A quanto si apprende l'obiettivo degli inquirenti è quello di scandagliare di nuovo tutti i fascicoli, i documenti, le segnalazioni, le informative, le testimonianze. Un lavoro per non lasciare nulla di intentato, per provare a chiarire ombre e interrogativi di ogni genere, e mettere definitivamente la parola fine anche alle più incredibili illazioni.
Nuove piste e vecchie indicazioni al vaglio degli inquirenti - Si ripartirà dai dati processualmente acquisiti, si seguiranno nuove piste e vecchie indicazioni all'epoca non troppo approfondite. Il lavoro ripartirà dall'esame di ogni singolo dettaglio a partire da quel pomeriggio del 22 giugno 1983 quando l'allora 15enne Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente vaticano, scomparve nel nulla. La ragazza doveva andare a lezione di musica in piazza Sant'Apollinare. Nei pressi dell'omonima basilica dove molti anni più tardi si scoprì che vi era seppellito uno dei capi della banda della Magliana, Enrico De Pedis, secondo diversi testimoni esecutore materiale del sequestro "per conto di alti prelati".
La vicenda di Mirella Gregori - Le nuove indagini potrebbero arrivare a uno squarcio di luce anche sulla vicenda della coetanea Mirella Gregori, scomparsa anch'essa quell'anno. La decisione della magistratura pontificia va ad inserirsi e supportare la ricerca di verità reclamata dalla famiglia della 15enne.
La serie su Netflix - Mai come in questi ultimi tempi si sono riaccesi i fari sulla storia della scomparsa della giovanissima Emanuela Orlandi, soprattutto dopo la docuserie su Netflix (qui il commento su Blitzquotidiano di Pino Nicotri). Fari che si erano spenti nell'ottobre del 2015 quando il Gip, su richiesta della Procura e per mancanza di prove consistenti, archiviò l'inchiesta sulle sparizioni di Orlandi e Gregori, avviata nel 2006 successivamente alle dichiarazioni di Sabrina Minardi e che vedeva sei indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona tra gli altri anche monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare dove fino al 2012 era stato sepolto De Pedis.