di Matteo Forciniti
Tre anni dopo la clamorosa fuga del boss della 'ndrangheta Rocco Morabito da un carcere di Montevideo, in Uruguay i misteri continuano ad essere irrisolti e le indagini fanno fatica ad avanzare. Ricardo Lackner, il pubblico ministero che ha condotto l'inchiesta in questi anni con scarsi risultati, è stato rimosso dal suo incarico in base a quanto ha riferito El País. A partire dal 2 gennaio, infatti, Lackner è stato trasferito dalle autorità giudiziarie uruguaiane per presiedere una nuova unità della procura per la lotta al cyber-delitto. Le indagini passeranno in questo modo in mano alla pm Silvia Porteiro ma solo a partire da febbraio, quando ricomincerà l'attività giudiziaria dopo le ferie estive.
Il rischio evidente, a questo punto, è che l'intera vicenda possa finire nel dimenticatoio. Uno degli scandali più grandi degli ultimi anni in Uruguay in tema di sicurezza che provocò un vero e proprio terremoto resta ancora senza risposte dopo tre anni e mezzo e sulla rete di complicità di cui ha goduto il boss della 'ndrangheta non si è mai riusciti ad andare fino in fondo in questa lenta e difficilissima ricostruzione giudiziaria di quanto accaduto nella notte del 24 giugno del 2019.
Fino ad ora l'inchiesta condotta da Lackner ha portato solo all'individuazione di due imputati: uno arrestato a luglio del 2019 e accusato di complicità, e più di recente, a luglio del 2022, un agente delle forze speciali del ministero dell'Interno (Guardia Republicana) già coinvolto in irregolarità commesse durante i trasferimenti del pericoloso narcotrafficante messicano Gerardo Gonzalez Valencia e che si ritiene abbia avuto contatti con Morabito. Ci sono stati altri responsabili in questa figuraccia? Perché l'allarme che avevano lanciato gli 007 uruguaiani è rimasto inascoltato?
Arrestato nel settembre del 2017 dopo aver trascorso una lunga latitanza a Punta del Este, il boss della 'ndrangheta era riuscito a rendersi protagonista di una clamorosa e spettacolare fuga dal carcere Central di Montevideo nel 2019 poco prima dell'estradizione in Italia che era stata autorizzata dopo una lunga battaglia legale. Il boss, in compagnia di altri tre detenuti, riuscì a fuggire dalla terrazza del vecchio carcere passando per l'appartamento di un'anziana vicina e dileguandosi poi per le strade della città. Nell'inchiesta sulla fuga erano stati arrestati inizialmente anche dei presunti fiancheggiatori di nazionalità russa sospettati di aver collaborato all'evasione.
Morabito venne poi rintracciato e arrestato il 25 maggio del 2021 Joà o Pessoa in Brasile e nel luglio dello scorso anno venne definitivamente estradato in Italia dove attualmente sta scontando una pena a trent'anni di reclusione per una serie di reati commessi.