ROMA - "Evitare che si concretizzi il rischio che San Paolo del Brasile diventi la più grande città "italiana" fuori dall'Italia senza una scuola italiana riconosciuta dal Governo". Questa la priorità segnalata dal senatore Roberto Menia (FdI) in una interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, in cui rappresenta la situazione in cui versa la scuola italiana "E. Montale" di San Paolo.
La scuola, spiega Menia nella premessa, "è l'unica paritaria di San Paolo in Brasile, riconosciuta dal Ministero dell'istruzione e del merito, e localizzata nel quartiere esclusivo di Morumbi. Questo è l'unico istituto scolastico italiano in una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti, di cui almeno la metà vanta origini italiane; essa è stata costruita su un terreno ceduto in comodato d'uso gratuito dal Comune di San Paolo. Tuttavia, il contratto di comodato è scaduto e la scuola non ha provveduto a rinnovarlo, a causa dell'inattività della dirigente scolastica, Sanda Papaiz, discendente di una famiglia di imprenditori italiani, operanti nel ramo dei lucchetti e tra i maggiori finanziatori dell'istituto".
"La signora Papaiz, apparentemente, si rifiuta di andare a negoziare il rinnovo del contratto con il Comune di San Paolo e con il Consiglio comunale; per questo motivo, - denuncia Menia – la scuola italiana rischia di chiudere o, comunque, di dover abbandonare la sua storica sede; inoltre, vista la condizione di provvisorietà percepita tra la gente, circa i problemi di gestione e carenze didattiche, negli ultimi anni il numero di alunni iscritti alla scuola risulterebbe essere sceso notevolmente".
A Tajani, il senatore chiede "quali notizie risultino sulla questione" e "quali interventi siano stati attuati o si intenda mettere in atto per evitare che si concretizzi il rischio che San Paolo del Brasile diventi la più grande città "italiana" fuori dall'Italia senza una scuola italiana, riconosciuta dal Governo, che possa mantenere vive le tradizioni e la cultura italiane nelle generazioni più giovani discendenti di oriundi".