Con un fatturato che sale a oltre 15 miliardi di euro all'anno la pizza si conferma un tesoro del Made in Italy simbolo del successo della dieta mediterranea nel mondo. E' quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata internazionale della pizza che si celebra il 17 gennaio. A tranci, sottile, spessa, croccante o soffice, la pizza si conferma, ricorda la Coldiretti, uno dei piatti storici più versatili della cucina italiana, tanto che l'Unesco ha proclamato nel 2017 l'Arte dei pizzaiuoli napoletani patrimonio immateriale dell'umanità. Ma la pizza è anche la colonna portante di un sistema economico costituito da 121mila locali in Italia dove si prepara e si serve, grazie ad una occupazione stimata dalla Coldiretti in 100.000 addetti a tempo pieno e a di altrettanti 100.000 nel weekend.In Italia, stima la Coldiretti, si sfornano 2,7 miliardi di pizze all'anno che in termini di ingredienti significano durante tutto l'anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Un lavoro quotidiano sul quale, sottolinea Coldiretti, "pesano però gli effetti dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo in Italia che hanno tagliato le produzioni degli alimenti base della dieta mediterranea con il crollo del 30% per l'extravergine di oliva, del 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al -15% per il grano tenero da cui si ricava la farina". La passione per la pizza, continua la Coldiretti, è planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,8 chili all'anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica. "Una diffusione che - rileva Coldiretti - ha favorito lo sviluppo di ricette che nulla hanno a che fare con l'originale, attraverso l'uso degli ingredienti più fantasiosi, a partire proprio dai frutti tropicali".