di ROBERTO ZANNI
Calle 8 a Miami è Cuba Libre: non il celeberrimo cocktail, ma la Cuba degli esuli, di chi è scappato, dei loro figli e nipoti. Davanti al ristorante Versailles quando c'è da protestare contro il Governo de L'Avana si ritrovano in migliaia, decine di migliaia. Da sempre lo hanno fatto i cubani di Miami: lì c'è l'inizio della loro libertà che da decenni vorrebbero che si allargasse fino all'Isola. Ancora non ce l'hanno fatta, ma non si arrenderanno mai. A Miami quando si chiede a un cubano "Come stai?" la risposta è uguale per tutti: "Luchando". Già lottando: chi è lontano continua a farlo per chi continua a soffrire. Ed è successo anche stavolta, un caso atipico anche se poi alla fine si tratta sempre di Fidel Castro e il fratello, ma che passa attraverso una battaglia legale che è cominciata lunedì scorso presso l'Alta Corte di Londra. Riguarda un debito del governo de L'Avana mai pagato e che risale appunto ai tempi di Fidel. Ora quei soldi sono stati chiesti indietro non da chi originariamente concesse in prestito, ma da CFR I Ltd, società d'investimento che è stata fondata nel 2009 alle Isole Cayman e che ha dichiarato di essere la legittima creditrice di 72 milioni di euro al valore attuale. Soldi che confluirono nelle casse cubane di Fidel Castro nel 1984 da due banche europee, la francese Crédit Lyonnais e l'Istituto Bancario Italiano che oggi non c'è più, storia finita nel 1991 (pacchetto azionario acquisito dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde dopo che era stata fondata nel 1967 da Carlo Pesenti). A distanza di quasi quarant'anni la "proprietà" di quei debiti è ora nelle mani del gruppo di investitori delle Grand Cayman che intendono riscuotere. Un processo il cui esito è seguito da vicino da altri creditori che si stanno battendo per recuperare da Cuba prestiti valutati in addirittura 7 miliardi di dollari. Facile quindi capire l'importanza delle decisioni che verranno prese nelle aule di Londra. Cuba però non ci sta: nega che la CFR I abbia diritti legali su quei soldi descrivendolo come un "fondo avvoltoio" aggiungendo poi che il tribunale di Londra non ha la giurisdizione per emettere un giudizio. Un caso internazionale e in primo luogo il giudice Sara Cockerill dovrà valutare se il trasferimento del debito dalla ICBC Standard Bank che ne era la proprietaria fino al 2009, al fondo delle Grand Cayman, autorizzato dal funzionario cubano Raúl Olivera Lozano, sia stato lecito. Questa la storia a Londra, ma a Miami? Decine di cubani si sono dati appuntamento al Versailles: urla, insulti, cartelli e soprattutto una richiesta: la condanna dei fratelli Castro, lo scomparso Fidel e Raul, da parte del Tribunale de L'Aia, la corte penale internazionale, definendoli terroristi e chiedendo al tempo stesso la liberazione dei prigionieri politici che riempiono le celle dell'isola. Ma gli attivisti cubani non si sono fermati a Miami: proteste sono state infatti inscenate di fronte alle ambasciate di Cuba anche a Londra, come a Madrid e a Montevideo chiedendo la fine della dittatura comunista.