"Lascio Salt Lake City dopo aver rimesso i pattini ed esplorato nuove opzioni. Ho deciso di aggregarmi al viaggio che Anthony aveva già in programma qui per vedere cosa hanno da offrire gli Stati Uniti e SLC nel caso dovessi continuare il mio viaggio olimpico". Così, in uno sfogo sul suo profilo Instagram, la pluriolimpionica dello short track Arianna Fontana, allude a un sogno Usa che per il pattinaggio italiano sarebbe un incubo, in vista di Milano-Cortina 2026. Fontana è tornata a paventare l'ipotesi di lasciare i colori dell'Italia dopo la rottura con la Federghiaccio dello scorso anno, scatenatasi dopo le medaglie ai Giochi di Pechino e mai realmente sanata. Ma stavolta c'è il concreto riferimento ai colori degli Usa. Il chiarimento del post Olimpiadi tra l'azzurra e la federazione non sembra aver sortito effetti tanto che nel post Fontana sottolinea che la sua "fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile". A provare a ricucire lo strappo è intervenuto il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, che in una nota ufficiale, dopo averne parlato in mattinata ai cronisti, ha sottolineato: "Farò il possibile, nel rispetto dei ruoli e delle persone e in sintonia con la Federghiaccio, affinché tale ipotetica prospettiva americana di Arianna Fontana, con la quale avevo già un appuntamento purtroppo rimandato a causa di mio un cambio di agenda, non si consolidi". Lo sfogo dell'atleta non è piaciuto alla Fisg, che in una nota ha espresso "stupore e rammarico" per le sue "gravi esternazioni, che per nulla giovano alla ricerca di una soluzione comune" in vista di Milano-Cortina. "La Fisg ha lavorato perché l'atleta fosse posta nelle migliori condizioni per competere ai massimi livelli, impegnandosi a garantire 200mila euro a stagione a copertura delle sue spese di preparazione, cifra peraltro lontanissima da quella irraggiungibile richiesta. Di certo - si sottolinea - la Fisg non tollererà ulteriori accuse, avvertimenti o intimidazioni". E amareggiato si è detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ora aspetta una chiamata di chiarimento. "Sono profondamente amareggiato dalle frasi che ho letto - le parole di Malagò -. Arianna sa quanto le sono stato vicino in tutti questi anni. A gennaio mi è venuta a trovare con Anthony nella sede di Milano-Cortina e abbiamo parlato dettagliatamente di tanti temi che riguardano lei e suo marito, da adesso fino al 2026, e in seguito ho condiviso i contenuti con la Federazione e il suo presidente Gios" Malagò si è detto "molto dispiaciuto per quello che ha dichiarato. Mi aspetto che mi chiami per chiarire". Nel suo sfogo Fontana non parla esplicitamente di un cambio di bandiera a favore degli Stati Uniti (il marito e suo allenatore, Anthony Lobello è italo-americano) ma lascia intendere che potrebbe avvenire. "Vorrei ringraziare gli allenatori e i gruppi con cui ho pattinato mentre ero qui. Grazie per aver accolto me e il mio allenatore a braccia aperte - scrive Fontana -. È passato un po' di tempo dall'ultima volta che vi ho aggiornato sui problemi che ho dovuto e devo affrontare. Purtroppo, non ci sono state comunicazioni costruttive sulla mia partecipazione ai Giochi del '26 da parte della Fisg dopo che, dall'aprile scorso, ci sono state ammissioni, da parte del presidente della FISG, di errori commessi e fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile". Fontana ribadisce la sua posizione: "La strada davanti a me non è facile, ma so che non tollererò più che il personale tecnico e federale prenda decisioni per isolarmi senza assumersene la responsabilità. Alla base della nostra società c'è il senso di responsabilità nei confronti delle proprie azioni e parole. Non vedo perché dovrebbe essere diverso nello sport. Negare e non affrontare i problemi ha solo creato più problemi e so che non posso avere quel tipo di persone o problemi intorno a me se decidessi di continuare". L'azzurra sottolinea che "questo non è mai stato un 'anno sabbatico', non ho gareggiato perché non posso giustificare di gareggiare per una federazione che condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti. Finché saranno approvate, non tornerò e se dovessi decidere di competere in futuro, il mio percorso sarebbe completamente separato da quello che il dt e il suo staff hanno pianificato per il gruppo italiano. In quel caso, mi dispiacerà non allenarmi con il resto degli atleti italiani, ma la mia fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile".