DI STEFANO CASINI
Ogni anno, intorno al 27 gennaio, l'UNESCO rende omaggio alla memoria delle vittime dell'Olocausto ebreo per rafforzare il suo impegno nella lotta contro l'antisemitismo, il razzismo e tutte le forme di intolleranza che possono portare ad atti violenti contro determinati gruppi di persone.
Il 27 gennaio si commemora la liberazione nel 1945 da parte delle truppe sovietiche del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, il peggior simbolo popolarizzato da un popolo sempre in pericolo.
Quella data è stata ufficialmente proclamata, nel novembre 2005, Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto.
L'Olocausto non soltanto colpì i paesi in cui furono commessi i crimini nazisti, come la Germania, l'Italia o la Polonia, ma ebbe anche ripercussioni in molte altre parti del mondo.
70 anni dopo il fatto, gli Stati membri condividono la responsabilità collettiva di affrontare i traumi rimanenti, mantenere misure che consentano commemorazioni efficaci, prendersi cura dei siti storici e promuovere l'istruzione, la documentazione e la ricerca di un periodo storico che non dovrá mai essere ripetuto.
Questa responsabilità richiede educare sulle cause, le conseguenze e le dinamiche di questi orribili crimini e deve rafforzare la resilienza dei giovani contro le ideologie odiose: purtroppo, molti di loro non riescono a capire il danno che ha provocato questo pezzo di storia dell'uomo. Dato che, in ogni caso, il genocidio e altri crimini atroci li troviamo tuttoggi in varie regioni del mondo, assistendo a un aumento globale dell'antisemitismo e dell'incitamento all'odio, questo tipo di manifestazioni devono essere considerate fondamentali per ció che in spagnolo si dice: "NUNCA MÁS".
Mantenere viva la memoria dell'Olocausto significa adempiere a un dovere universale, un dovere umano, che è la raison d'être dell'UNESCO: sradicare l'odio, costruire la pace e quindi proteggere l'umanità. In questa Giornata internazionale, impegniamoci a non smettere mai di ricordare: lo dobbiamo alle vittime dell'Olocausto, ai sopravvissuti e alle generazioni che seguiranno.
Sami Modiano, nato a Samuel (Rodi nel 1930) é uno dei sopravvissuti dell'Olocausto italiano, riscattato in fin di vita dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Ha incontrato ieri nella Sala della Costituzione di Palazzo Giustiniani di Roma, gli studenti del Liceo Scientifico Morgagni di Roma. Ha raccontato la sua esperienza con parsimonia e serietá, ma non è riuscito a contenere le lacrime mentre parlava. Tra le sue dichiarazioni ne mettiamo una in evidenza:
«Sono un sopravvissuto alla deportazione, avevo 14 anni quando sono stato mandato a Birkenau. Ho perso tutti quanti della mia famiglia ma in realtà ho perso in tutto 2000 persone, ossia quelle che facevano parte della piccola comunità ebraica di Rodi, da cui io provengo. Io rappresento ancora questa comunità. Fino a quando avrò forza e vita trasmetterò ai ragazzi quello che è stato. Ho fiducia e speranza in chi verrà dopo di noi».
Purtroppo, questo tristissimo ricordo, non piace a tutti. Non soltanto all'Iran, paese che accoglie da tanto tempo y peggiori terroristi del pianeta, dove si trovano i campi di allenamento per ISIS o prima per Al Kaeda, ma anche ad altri governi o popoli antisemiti. Meno che meno a Hez Bollah o gli estremisti palestinesi. Ancora oggi ci sono politici che negano l'esistenza del massacro sistematico che volle Hitler, accompagnato purtroppo, anche se non con tanta malignita e terrore, dal nostro stesso Mussolini. É vero che non esiste una cifra esatta delle vittime dello sterminio: si parla da 6 a 12 milioni di ebrei.
La cosa interessante é che, questo popolo, che rappresenta oggi poco piú di 25 milioni di individui su 8 miliardi di abitanti della Terra, si rifá costantemente, ha fondato il suo proprio stato, unico in tutto il medio oriente dove esiste una Democrazia, dove si vota, dove esiste la Libertá di Pensiero, di Religione e di credo. Senza contare la forza economica che, questi 25 milioni di ebrei nel mondo, esercitano con le loro potenti multinazionali, con l'esercito più efficace del mondo e persino con bomba atomica per difendersi.
STEFANO CASINI