di Alessandro Camilli
Non è la prima volta e neanche la seconda, Putin l'ha detto o fatto dire decine di volte: governi e popolazioni dell'Occidente state rischiando grosso che la Russia usi il suo arsenale atomico. L'ha ridetto ieri celebrando la vittoria di Stalingrado, ha detto più o meno Putin: mandate i vostri tank, io manderò...manderò quel che va oltre i tank, perché qui e oggi la guerra "non finisce e non si vince con i carri armati". L'ha detto così tante volte che può essere l'effetto can che abbai non morde quello giusto da individuare. Iniziare ad usare armi atomiche può essere per Putin e per la macchina bellica russa un suicidio in grande stile.
Perché la guerra, se drammaticamente e malauguratamente e tragicamente dovesse diventare più grande e feroce, tanto più lo diventa tanto più la Russia è in condizione di perderla. Condizioni militari, economiche, tecnologiche. Però Putin lo ripete e lo ripete. Per due motivi: è l'arma migliore che ha per spaventare opinioni pubbliche ed elettorati in Occidente e metterli in contraddizione con i loro governi. E questo è un motivo ovvio e palese. Ce ne può però essere anche un altro di motivo per dire e ridire guardate io posso arrivare all'atomica. Ed è il motivo riassumibile nel muoia Sansone con tutti i Filistei, affogare il proprio crollo e sconfitta nel venir giù di tutto il Tempio della Storia. Se Putin sia can che abbaia o araldo suicida dell'atomica che arriva purtroppo non è dato sapere...e neanche indovinare.